Nel 2024 oltre 7mila persone hanno cercato aiuto al Telefono Amico per gestire un pensiero suicida, proprio o di una persona cara. Una crescita del 24% rispetto al 2022. Questo preoccupante aumento emerge in occasione della Giornata mondiale per la Prevenzione del suicidio – 10 settembre – evidenziando due aspetti chiave: il disagio sociale dilaga; e poi, “le persone hanno imparato sempre più a chiedere aiuto”, come spiega Cristina Rigon, presidente di Telefono Amico Italia
Una ferita che si allarga
I dati Istat, aggiornati al 2021, mostravano già una lieve crescita nel numero di suicidi. Nel 2020, l’anno segnato dalla pandemia, si sono registrati 3.748 casi, saliti a 3.870 l'anno seguente. Questo aumento ha coinvolto tutte le fasce d’età, ma ha colpito in modo particolare gli under-49. Allarma in particolare l’incremento del 16% dei suicidi tra i giovani tra i 15 e i 34 anni. A livello internazionale, secondo Eurostat, l’indice di suicidi nel 2021 in Italia è stato comunque più basso della media europea, con 5,89 morti ogni 100mila persone.
Quando c'è un problema c'è chi ti aiuta
Dopo la pandemia molte più persone si sono rivolte al Telefono Amico. Secondo i dati raccolti, il telefono è ancora il mezzo più utilizzato per trovare conforto da un pensiero suicida, circa il 75% dei casi. Diciotto persone su cento, perlopiù ragazzi, hanno fatto ricorso alla chat su whatsapp. Un numero ancora più esiguo ha preferito usare la mail. Per quanto riguarda l’anno in corso, sembra intravedersi una piccola inversione di tendenza: nel primo semestre le richieste d’aiuto sono state 3.500, un dato in calo del 6,5% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Le parole degli esperti
Maurizio Pompili, professore ordinario di Psichiatria presso Sapienza Università di Roma e Direttore della Unità Operativa Complessa di Psichiatria presso l'Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant'Andrea di Roma evidenzia come “i dati più recenti segnalino un aumento del numero dei suicidi forse anche dovuto all'effetto della pandemia che si è sommata alle fragilità già esistenti in alcuni individui”. E “avere a disposizione il dato epidemiologico dei suicidi è centrale nell'analisi del fenomeno perché permette di osservarne l'andamento e dunque anche di implementare misure preventive”. Importante, perciò, creare hub dedicati alla “prevenzione del suicidio”, in cui si possa diffondere una profonda consapevolezza sul tema.
Sulla stessa linea di pensiero, Cristina Rigon di Telefono Amico Italia sottolinea con forza che le “Istituzioni devono imparare ad ascoltare e dare una risposta puntuale e strutturale”. “Noi continueremo ad aiutare chi si rivolge a noi – spiega – ma possiamo arrivare solo fino a un certo punto. Ci mettiamo a disposizione per partecipare a un tavolo nazionale, per individuare i giusti interventi e le strategie da mettere in atto”.