Con 92 voti a favore, nessun contrario e 48 astenuti il Senato ha approvato in prima lettura il disegno di legge delega sulle politiche per le persone anziane. Con il provvedimento «Deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane», che passa ora all’esame della Camera, si punta a centrare uno degli obiettivi del Pnrr che fissa nel primo trimestre dell’anno il termine per l’adozione della legge delega in materia di persone anziane e non autosufficienza e al primo trimestre 2024 quello per approvare i decreti legislativi delegati. Passato col sostegno della maggioranza, il ddl nato sotto il governo Draghi ed ereditato in questa legislatura dall’esecutivo Meloni non ha incontrato una vera opposizione ma lo scetticismo del Pd che si è astenuto – al pari dell’Alleanza Verdi e Sinistra – rimproverando all’esecutivo per voce di Sandra Zampa la scarsità delle risorse investite e la vaghezza del dettato.
Di diverso avviso la Società italiana di Geriatria e gerontologia, che con la voce del presidente Andrea Ungar afferma che «gli over 65 in Italia sono il 26% della popolazione, ovvero 14 milioni, di cui 4 milioni di non autosufficienti. Per loro il nuovo ddl potrebbe essere l’inizio di una rivoluzione della presa in carico. Perché prevede prevenzione della disabilità, indennità di accompagnamento e presa in carico globale della persona anziana, ma affronta anche temi delicati come la solitudine, prevedendo interventi assistiti con animali da compagnia». Il testo varato dal Senato secondo i geriatri italiani «unisce il sociale al sanitario, che per la cura dell’anziano non possono essere divisi; prevede la valutazione dello stato funzionale dell’anziano e traccia un diverso approccio alla cura globale, affrontando anche temi come centri diurni, strutture residenziali. Tutto questo è inserito in un coordinamento unico, che prevede la continuità assistenziale, attraverso una vera rete di servizi, che in Italia non c'è mai stata».
Di «traguardo storico per una norma che rivede radicalmente tutto l’assetto assistenziale, e non solo, rivolto agli over 65» parla monsignor Vincenzo Paglia, preisdente della Pontificia Accademia per la Vita, protagonista della riflessione che ha contribuito al provvedimento avendo guidato la «Commissione per la riforma della assistenza per la popolazione anziana» istituita dall’allora ministro della Salute Roberto Speranza. Del testo uscito da Palazzo Madama monsignor Paglia dice che «lo aspettavamo da 40 anni e riguarda la tanto attesa integrazione fra sociale, sanitario e assistenziale, la realizzazione di un vero continuum assistenziale per la presa in carico delle persone anziane sul territorio e in particolare presso la loro abitazione. La continuità di vita e di cure presso il proprio domicilio è certamente l’aspetto più rilevante del provvedimento. Le norme rafforzano anche il diritto di accesso ai servizi di cure palliative, creano finalmente un sistema di governance integrato, introducono accanto alla gestione della disabilità e non autosufficienza la nozione di fragilità e le attività preventive connesse. Si tratta dunque di una legge molto ambiziosa negli obiettivi da raggiungere e che modifica in profondità gli attuali assetti organizzativi». Ora il presidente della Pontificia Accademia per la Vita si augura che «nel passaggio alla Camera sia possibile ottenere quel consenso unanime per una delega che era stata introdotta in prima battuta dal Governo Draghi e dunque avrebbe dovuto avere un sostegno totale. Avevo sognato che per i 75 anni della Costituzione avremmo potuto esprimere un accordo completo e comune, per una legge che difende i nostri anziani. Ora si dovrà procedere speditamente con tutte le forze politiche, le Regioni, i sindacati, il mondo del Terzo settore e del volontariato per implementare le sperimentazioni in grado di esprimere il potenziale della legge. Mi sembra molto bello, molto espressivo di una nuova politica questa partecipazione larga nel segno di una immaginazione alternativa per creare – insieme – il nuovo modello e restituire al Paese e a tutti noi una vecchiaia serena e bene assistita».
Tra gli elementi di rilievo del ddl ci sono la promozione di misure a favore di invecchiamento attivo e inclusione sociale, anche sostenendo il cosiddetto turismo lento, interventi per prevenire la fragilità, il riconoscimento del diritto alla somministrazione di cure palliative domiciliari e presso hospice e la previsione d'interventi a favore dei caregiver familiari. Prevista la possibilità di avere telecamere a circuito chiuso nei luoghi di cura per anziani, per garantire e prevenire la sicurezza dei pazienti. Nei “Punti unici di accesso” (Pua) diffusi sul territorio verrà effettuata una valutazione multidimensionale in modo da definire, in un’unica sede, un progetto assistenziale individualizzato.