giovedì 3 ottobre 2024
Nasce la nuova struttura della rete “ninna ho” per consentire di lasciare in anonimato i neonati che le mamme non vogliono o possono tenere
La culla "ninna ho". Da sinistra, Raoul Bova, Raffaele Zinno, Mariavittoria Rava e Antonio Chiaretti

La culla "ninna ho". Da sinistra, Raoul Bova, Raffaele Zinno, Mariavittoria Rava e Antonio Chiaretti - Reply Studio Srl

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Un pulsante da spingere che apre una piccola saracinesca. All’interno una culla termica dove adagiare in totale sicurezza e anonimato il proprio bambino, mentre un sistema di allarme comunica a una squadra di specialisti la presenza di un nuovo arrivato. Funziona in questo modo la “Culla per la vita ninna ho”, donata al Policlinico Gemelli dalla Fondazione Francesca Rava - Nph Italia Ets e dalla Fondazione Kpmg Italia Ets, con il patrocinio della Società italiana di Neonatologia (Sin) e della Società italiana di Pediatria (Sip). Si tratta del primo progetto nazionale contro l'abbandono neonatale e l'infanticidio nato nel 2008 proprio da un'idea delle due fondazioni, con una presenza di “culle pubbliche” che si affianca a quella storica delle postazioni attivate dal Movimento per la Vita.

Da sinistra: Mariavittoria Rava, Antonio Chiaretti, monsignor Claudio Giuliodori, Marco Elefanti e Raoul Bova

Da sinistra: Mariavittoria Rava, Antonio Chiaretti, monsignor Claudio Giuliodori, Marco Elefanti e Raoul Bova - Reply Studio Srl

La culla – inaugurata al Policlinico Gemelli – è collocata accanto al Pronto Soccorso Pediatrico. Una risposta concreta all'escalation degli abbandoni neonatali, e a quello drammatico degli infanticidi. La sua missione è duplice – spiegano i promotori –: diffondere la conoscenza della normativa italiana in vigore (Dpr 396/2000) che consente alle future mamme in grave difficoltà di partorire in anonimato e sicurezza in tutte le strutture. E offrire un’opportunità a chi, per gravi motivi, arriva alla dolorosa decisione di separarsi dal proprio bambino.

Il personale sanitario del Policlinico Gemelli con Mariavittoria Rava, Raffaele Zinno, Andrea Cambieri, Giovanni Vento, Antonio Chiaretti e Raoul Bova

Il personale sanitario del Policlinico Gemelli con Mariavittoria Rava, Raffaele Zinno, Andrea Cambieri, Giovanni Vento, Antonio Chiaretti e Raoul Bova - Reply Studio Srl

«Un segno concreto di accoglienza della vita nonostante le difficoltà – ha sottolineato il vescovo Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica, che ha guidato un momento di preghiera durante l’inaugurazione –. Come ha ricordato papa Francesco di ritorno dal Belgio, dobbiamo prenderci cura di tutti, soprattutto delle vite più fragili. Non possiamo essere sicari della vita, ma angeli».

Parole rilanciate da Marco Elefanti, direttore generale della Fondazione Policlinico Gemelli: «Affidarsi al progetto “ninna ho” è un grandissimo gesto d'amore delle mamme nei confronti dei loro bambini». Elefanti ha ringraziato le due fondazioni donatrici e tutti gli operatori sanitari, «i primi protagonisti della valorizzazione e dell'umanizzazione del progetto». Portatori di «un messaggio di speranza e di rinnovo dell’alleanza fra il mondo sanitario e tutte le persone che necessitano di aiuto», nelle parole di Andrea Cambieri, direttore sanitario della Fondazione Policlinico Gemelli.

Mariavittoria Rava e Raoul Bova accanto alla nuova culla del Gemelli

Mariavittoria Rava e Raoul Bova accanto alla nuova culla del Gemelli - Reply Studio Srl

Per Mariavittoria Rava, presidente della Fondazione Francesca Rava, ricorrere alla culla «non significa abbandonare ma affidare. È l’alternativa al cassonetto e agli infanticidi», ha detto. Una misura che dimostra «il potenziale sociale delle collaborazioni tra il mondo del privato, del no profit e del pubblico», ha evidenziato Raffaele Zinno, vicepresidente della Fondazione Kpmg Italia Ets. Con l’unico obiettivo di «prendersi cura della vita nascente, accoglierla e amarla», ha aggiunto Giovanni Vento, direttore dell’unità di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale della Fondazione Policlinico Gemelli.

La culla inaugurata è l'ottava che si aggiunge al network “ninna ho”. Le altre sette sono state donate al Policlinico Federico II di Napoli, all’Ospedale del Ponte di Varese, all’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, all’Azienda Ospedaliera di Padova e all’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi di Firenze. Mentre il Policlinico di Milano e il Policlinico Casilino di Roma aderiscono alla rete degli ospedali “ninna ho” per la campagna informativa, in quanto già dotati della propria culla termica. Sono poco più di sessanta quelle installate in totale in tutta Italia.

«Vengono salvati circa 1-2 bambini all’anno grazie a questo progetto» ha raccontato Antonio Chiaretti, responsabile del Pronto Soccorso Pediatrico, che ha illustrato i dispositivi di cui è dotata la culla: «Riscaldamento, chiusura in sicurezza della botola, presidio di controllo h24 e rete con il servizio di soccorso medico».

Presente anche come testimonial l’attore Raoul Bova, volontario della Fondazione Francesca Rava; «Dobbiamo unire le forze per contrastare il gravissimo fenomeno dell’abbandono neonatale». Tutti insieme per la vita.

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