sabato 9 novembre 2024
Il progetto italiano "Custom made" dedicato a parkinsoniani e alla malattia di Huntington la spunta tra oltre 500 candidati a finanziamenti europei. Obiettivo: contrastare la perdita dei neuroni
Staminali “su misura”, la cura personalizzata per il Parkinson
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Si chiama “Custom-Made”, letteralmente “fatto su misura”. È il nome dell’innovativo progetto di ricerca, vincitore di un Erc Synergy Grant, il più importante finanziamento europeo dedicato alla ricerca, che mira a sviluppare terapie personalizzate, “fatte su misura” per ogni paziente, a base di cellule staminali, per le malattie di Parkinson e Huntington.

Il progetto di ricerca, il cui titolo per esteso è “Custom-Made. Neurons for cell therapy in Parkinson’s and Huntington’s disease”, è guidato dalla professoressa Elena Cattaneo, docente di Farmacologia all'Università Statale di Milano, senatrice a vita e direttrice del Laboratorio di Biologia delle Cellule staminali e Farmacologia delle Malattie neurodegenerative. Al suo fianco, altre tre ricercatrici: Annalisa Buffo del Dipartimento di Neuroscienze Rita Levi-Montalcini e del Nico-Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi dell’Università di Torino, Malin Parmar dell’Università di Lund (Svezia) e Jenny Emnéus dell’Università Tecnica della Danimarca. Sei anni a disposizione per rivoluzionare il campo delle terapie a base di cellule staminali per le malattie neurodegenerative, dieci i milioni di euro messi a disposizione dal Consiglio europeo della Ricerca, che ha selezionato questa proposta tra le 548 candidate.

La ricerca negli ultimi 20 anni ha dimostrato come le terapie basate su cellule staminali rappresentino uno strumento ideale per affrontare la perdita di neuroni, in particolare nelle malattie di Parkinson e di Huntington. Tuttavia, gli studi clinici in corso si basano su un approccio terapeutico generico, in cui “one-cell-fits-all”, cioè uno stesso prodotto cellulare viene somministrato a pazienti con la stessa malattia. Al momento tale approccio porta a dover escludere dal trattamento molti pazienti. Anche se la malattia è la stessa, le esigenze di ciascuno variano a seconda dell'eziologia, dello stadio in cui si trova, delle fluttuazioni giornaliere dei sintomi e dell'eterogeneità tra gli individui.

Custom-Made si propone di superare questi limiti in quanto mira a creare e personalizzare un portfolio di prodotti a base di cellule staminali per gruppi di pazienti o singoli pazienti. «Un primo obiettivo sarà quello di ottenere i neuroni desiderati dalle staminali e poi combinarne diverse tipologie per comporre dei trapianti che rispondano in modo personalizzato alle diverse esigenze dei pazienti. Ad esempio, nella malattia di Parkinson muoiono i neuroni cosiddetti dopaminergici, che sono quelli che controllano il nostro movimento.

Ma alcuni malati, oltre alle disfunzioni motorie, hanno anche problemi cognitivi: allora, in questi casi, bisogna personalizzare il trapianto di modo che in aggiunta ai neuroni dopaminergici ce ne siano altri per contrastare il disturbo cognitivo» spiega la professoressa Cattaneo. E la personalizzazione non si limiterà al momento dell’impianto: «Ci sono pazienti in cui le manifestazioni della malattia non si presentano sempre ma sono fluttuanti nel corso della giornata. In questi momenti sarebbe ideale inattivare il trapianto perché lasciarlo attivo potrebbe esacerbare il danno. Allora noi vorremmo dotare le cellule che trapiantiamo di una sorta di interruttore molecolare, per “accenderle” e “spegnerle” dall’esterno a seconda delle esigenze del malato».

Un altro aspetto di grande innovazione del progetto consisterà nel modellizzare la formazione e ricostruzione dei circuiti umani in un sistema 3D in vitro. Questo approccio permetterà di studiare come finora non è stato possibile i fattori cellulari e molecolari che controllano l'integrazione corretta dei neuroni umani trapiantati.

«L’obiettivo sperato è di riuscire a creare una medicina personalizzata e quindi dotata di una migliore efficacia semplicemente perché sarà disegnata sulle caratteristiche e sulle necessità terapeutiche di ogni singolo malato. Una medicina “custom made”» conclude Elena Cattaneo.



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