È legge il nuovo regolamento Ue sulle Sostanze di origine umane (SoHo, dall’acronimo inglese) da utilizzare a fini medici, che include anche feti ed embrioni. Lunedì infatti il Consiglio Ue (che rappresenta gli Stati membri) ha dato il suo avallo finale, dopo quello giunto dal Parlamento Europeo in aprile.
Il regolamento punta a dare un quadro armonico e comune su standard e tutele per i donatori e beneficiari di sostanze umane, tra cui spicca ad esempio il plasma, che l’Ue importa per il 40% (in massima parte degli Usa). «Ogni anno – ha dichiarato la commissaria europea alla Salute Stella Kyriakides – milioni di cittadini Ue necessitano di trasfusioni sanguigne durante un’operazione o in seguito a un incidente, trapianti di midollo osseo per trattare la leucemia, cicli di fecondazione in vitro per diventare genitori. Questa proposta farà sì che i cittadini potranno contare sui più elevati standard di qualità e sicurezza di questi prodotti vitali». Tra gli scopi degli standard comuni, specifica una nota del Consiglio Ue, quello di «facilitare scambi e accessi transfrontalieri alle sostanze di origine umane».
Il problema però è l’inclusione di feti ed embrioni nella definizione di Sostanze di origine umane da utilizzare a fini medici. In un appello diffuso lo scorso settembre, la Comece (che rappresenta la Conferenze episcopali degli Stati membri) aveva chiesto una modifica del testo per eliminare questo punto. «Purtroppo – dichiara il portavoce Alessandro Di Maio – ci rammarichiamo che i negoziati che si sono svolti negli ultimi mesi tra le diverse istituzioni europee non abbiano escluso embrioni e feti dall'elenco delle sostanze di origine umana. Ciò significa che il Regolamento mette sullo stesso piano sostanze umane generiche ed embrioni e feti umani, il che rappresenta un'inaccettabile degradazione della vita umana prenatale».
L’occhio è rivolto all’articolo 3 della normativa. «Per i fini di questa definizione – si legge – gli embrioni sono considerati sostanze umane riproduttive anche se non vengono raccolte da un corpo umano». Almeno, il testo finale include un riferimento alla possibilità degli Stati membri di introdurre limitazioni a livello nazionale per ragioni etiche, purché però siano «in linea con il diritto comunitario».
Una dura reazione è arrivata ieri anche dalla Federazione Europea “One of us”. Con il regolamento, afferma il vicepresidente Pablo Siegrist, «l’Ue erode gravemente la dignità e la protezione dovute a embrioni umani e, incredibilmente, promuovendo traffico di esseri umani».
Con il via libera del Consiglio Ue, dopo quello di Strasburgo, è ora legge la disciplina "SoHo" che equipara la vita umana a qualunque tessuto, cellula o al sangue. Le critiche di Comece e One of us
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