Don Tonino Bello
Si conclude il 1° maggio il pellegrinaggio sui passi di don Tonino Bello «Siate luce non scintille» che si tiene dal 29 aprile a Molfetta e Alessano a cura della Sezione pugliese di Unitalsi in collaborazione con quella lucana. «Se per i più grandi la figura di don Tonino rappresenta ormai un punto fermo – ricorda l’associazione di volontariato che porta i malati a Lourdes e nei santuari mariani – per i più giovani c’è un’occasione per conoscere il venerabile vescovo salentino» a trent’anni dalla morte. Iniziato la mattina di sabato 29 aprile a Molfetta, con duecento giovani in visita nei luoghi che hanno caratterizzato la vita del vescovo salentino caro a papa Francesco, il pellegrinaggio è «l’occasione per illustrare ai giovani anche alcune opere concrete di don Tonino come la Comunità C.A.S.A., la “Casa per la Pace”, la “Casa d’accoglienza - Caritas e il monumento della Croce dove verrà la consegna delle riflessioni scritte dai giovani».
«Il pellegrinaggio – spiega Vincenzo Nigro, presidente della Sezione pugliese – nasce per far conoscere e stabilire un forte legame con la figura di don Tonino, promuovendo la sua testimonianza di vita e soprattutto a non far perdere le sue tracce».
Voci dell’iniziativa il vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi Domenico Cornacchia, Rocco Palese presidente nazionale dell’Unitalsi, ed Enzo Nigro, presidente della Sezione pugliese. Seconda tappa a Gallipoli con una veglia di preghiera in riva al mare. Nel programma, domenica 30, natualmente anche Alessano, la cittò di don Tonino Bello, per un incontro con Stefano Bello, nipote del vescovo e membro della Fondazione Don Tonino Bello. Poi la preghiera al cimitero sulla tomba di don Tonino e la riflessione di monsignor Vito Angiuli, vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca. Ospiti del pellegrinaggio amici e persone vicine a don Tonino per portare la loro testimonianza. Il rientro a Gallipoli per la Festa dei colori, preparata dai giovani, precede la conclusione il 1° maggio con la partenza per Santa Maria di Leuca e l’ultimo atto del pellegrinaggio: la Messa nella Basilica Santa Maria Finibus Terrae, accolti dal rettore don Giovanni Leo.