Il cardinale Giuseppe Betori con Marina Casini al convegno nazionale del Movimento per la Vita a Firenze
Non lo aspettavano, al convegno del Movimento per la Vita. E non perché il cardinale Giuseppe Betori sulla frontiera della vita umana possa dirsi “distratto”: anzi, è vero l’esatto contrario. Ma in giorni di alluvione in mezza provincia (e diocesi) di Firenze l’arcivescovo della città è naturale che fosse impegnato in altre questioni urgenti. Ma la vita umana, la sua dignità e la sua promozione dentro il dibattito pubblico del nostro tempo sono da sempre una priorità per lui. E così gli è sembrato naturale stare tra chi soffre le conseguenze di una prova per la sua vita, come ha fatto lungo la giornata di sabato 4 novembre tra gli alluvionati di Campi Bisenzio, trovando però anche il tempo per far sentire tutto il suo sostegno a chi accanto alla vita umana più a rischio sta sempre, come i volontari del Movimento per la Vita.
E così, eccolo arrivare in quella che sente come una “casa”: perché di Firenze è il primo Centro aiuto alla vita (fondato qui nel 1975), di Firenze era il padre del Movimento, Carlo Casini, ma di Firenze è anche la presidente attuale, Marina Casini, che di Carlo è figlia. Immaginabile l’affetto con cui Betori è stato accolto, definendo subito Casini «fondatore, ispiratore, anima della vostra grande realtà, un uomo a me molto caro, col quale ho camminato a lungo insieme, dagli anni alla Cei come segretario generale a quelli qui a Firenze come arcivescovo».
Di Casini il cardinale ha indicato la capacità di «stare nel terreno della più profonda laicità, per parlare a tutti: perché la vita umana riguarda tutti. È una questione fuori dai confini confessionali in cui vuole chiuderci chi avverte la difesa della vita come uno scandalo per la mentalità prevalente». Tanto che, sebbene si tratti di «un servizio dal valore universale», oggi «la vostra è una presenza non sempre facile nel confronto con la cultura contemporanea, con una grande difficoltà a interloquire con una mentalità nella quale sono stati resi prioritari altri valori».
A Firenze, ha proseguito Betori, «si fa un viaggio nella bellezza, come propone lo stesso tema del vostro convegno», dedicato proprio alla riscoperta della bellezza della vita umana in ogni sua condizione, specie la più fragile, come quella del concepito. Si tratta però di una bellezza che la stessa città testimonia come «non limitata al fatto estetico ma in grado di comunicare significati profondi che si trasmettono attraverso la bellezza. E così è per la vita umana». A Firenze la bellezza è stata sempre vissuta «nella sua connessione alla fede e alla carità, con le tante opere che le testimoniano, dagli Innocenti alla Misericordia. C’è in tutto la volontà di prendersi cura di chi è in difficoltà, come fa il Movimento per la Vita». Non c’è distanza dunque tra il farsi carico delle mamme con i loro bambini e prodigarsi per «mettersi accanto al povero e allo straniero, al carcerato e all’anziano solo. E oggi agli alluvionati». Perché in tutti si sa ancora vedere la stessa bellezza, che non viene mai meno. E chiama a servirla.