Un momento della serata a Montemaggiore al Metauro
Si è svolto domenica 4 febbraio, presso il teatro di Montemaggiore al Metauro (PU), il terzo appuntamento della rassegna “Macchie e inchiostri”, dal titolo «Eutanasia: una condanna o una salvezza?», tema di particolare rilievo nelle Marche che per prima ha visto morire un uomo con la scelta della sedazione profonda che l’ha condotto alla fine.
Hanno preso parte al dibattito Marco Tarquinio, già direttore di Avvenire, e Laura Parotto, avvocata e volontaria dell'associazione radicale Luca Coscioni”. A moderare l’incontro la giornalista Asmae Dachan. «Cos’è la vita e cos’è la morte?». Una domanda difficilissima, secondo Parotto, perché dipende dall’autodeterminazione di ciascuno. Per Tarquinio invece la vita è dono e relazione, sin dal suo esordio. Ecco perché ha voluto ricordare il collega Salvatore Mazza che, come Coscioni, era affetto da Sla, e che ha continuato a scrivere grazie a un puntatore oculare. La scrittura lo ha aiutato a sentirsi parte di una relazione, realizzando quel piccolo capolavoro a puntate che è stata la sua rubrica quindicinale “Slalom”, le cui puntate sono ora raccolte in un libro di Vita & Pensiero.
Si è parlato poi di Dat, cure palliative e della sentenza della Consulta che ha aperto al suicidio assistito. Spazio poi ad altri Paesi come l’Olanda, che prevede anche l’eutanasia sui bambini, o l’Inghilterra, che non consente alle famiglie cure in altri Stati.
Il rischio è quello di vedere abbandonare, in Italia, i più fragili. Per un cattolico la battaglia è sempre quella contro l’accanimento terapeutico e la sofferenza, a patto però di non cancellare l’essere umano. Una visione integrale della vita ma non integralista. Il lungo dibattito in terra marchigiana si è concluso dopo oltre due ore con numerosi interventi del pubblico.