venerdì 17 aprile 2015
​Un fenomeno in crescita, che colpisce il 20% delle coppie e che erroneamente viene ancora considerata un problema prevalentemente femminile. Un convegno fa il punto.
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L'infertilità è oggi un fenomeno in crescita, che colpisce circa il 20% delle coppie e che erroneamente viene ancora considerata un problema prevalentemente femminile. Recenti ricerche dimostrano, invece, che l'infertilità di una coppia può dipendere, nella stessa misura, da fattori femminili e maschili. In entrambe le situazioni, una delle principali cause del mancato concepimento o dell'impossibilità di portare a termine una gravidanza è rappresentata dall’età: sempre più spesso ci si decide a procreare quando il tempo della fertilità è ormai superato e l’avanzare degli anni – pur essendo ancora socialmente e professionalmente giovani – incide in modo molto significativo sulle possibilità di concepire. Di conseguenza crescono le coppie che si rivolgono alla procreazione assistita illusi dalla propaganda mediatica che li convince della certezza di poter arrivare rapidamente ad avere un figlio mentre i dati dicono che tra cicli avviati e "bimbi in braccio" la proporzione è di poco superiore al 16% di successi. L'età in cui si cerca la prima gravidanza, avvertono gli specialisti, infatti «non solo può essere causa di infertilità ma può anche inficiare il buon esito delle tecniche di procreazione assistita». I dati dell'ultima relazione del Ministero della Salute al Parlamento mostrano che in Italia le donne accedono alle tecniche di procreazione assistita a 36,5 anni di media, con ritardo rispetto agli altri Paesi europei (34,7) e che si è registrato un aumento dell'età media per ciclo anche dei partner maschili (40 anni). La conferma di alcune di queste evidenze è giunta in occasione del «Fertility Forum», l'appuntamento annuale organizzato dalla filiale italiana del colosso farmaceutico Merck sulla riproduzione umana e il trattamento dell'infertilità. C’è anche una buona notizia, rilevano gli specialisti: le strategie terapeutiche e i trattamenti personalizzati contro l'infertilità sono sempre più efficaci. Resta sul terreno tuttavia un pesante equivoco: il ricorso alla provetta viene ancora considerato e proposto come una "terapia" contro l’infertilità, mentre si tratta solo di una tecnica di relativa efficacia (rispetto ai dati medi di successo delle terapie cliniche e farmacologiche) per concepire una nuova vita. Pur avendo consentito di procreare un figlio, la provetta non cura infatti l’infertilità: E finché non si affronta compattamente e con ampiezza di risorse la piaga crescente della difficoltà di concepire il disturbo non verrà realmente curato.

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