La legge belga che legalizza l’interruzione volontaria di gravidanza, in vigore dal 1990, non corrisponderebbe più «né allo stato d’animo della società odierna, né al posto occupato dalle donne, né ai progressi della scienza, della pratica medica, o all’esperienza accumulata in più di tre decenni». Quindi, via libera all’estensione del termine legale per l’aborto dalle 12 attuali a 18 settimane di gravidanza (126 giorni. in pratica fino al 4° mese) con la riduzione da 6 giorni a 48 ore del periodo di riflessione obbligatorio tra la richiesta di abortire e la consegna del certificato. È il parere unanime del Comitato scientifico incaricato dal governo del Belgio di valutare una proposta di riforma delle regole vigenti in materia di aborto.
L’orientamento espresso dalla commissione sembra non tenere in minimo conto quanto la ricerca più recente mostra sul concepito, non assimilabile certo a un insensibile agglomerato di cellule e sempre più evoluto a ogni giorno di gravidanza che passa: a quattro mesi il feto arriva a 18 centimetri per un peso di 150 grammi, si muove e comincia a far sentire i calci nel grembo della mamma, occhi e orecchie reagiscono agli stimoli esterni (luce e rumori), mentre il bambino impara a riconoscere la voce materna e a sentire i sapori. Ma tutto questo - informazioni reperibili in qualunque guida alla gravidanza - a parere dei membri del comitato belga non è in linea con lo «stato d’animo della società» né con «i progressi della scienza».
Ora la decisione spetta alla maggioranza di governo, spaccata al suo interno sul disegno di legge redatto dal Partito Socialista con il sostegno di esponenti liberali ed ecologisti. I 35 membri del comitato (dei quali 20 donne), composto da medici, avvocati, psicologi e studiosi di filosofia e scienze sociali, raccomandano una revisione «nella direzione di un maggior spazio lasciato all’autonomia delle donne» rilevando che ogni anno tra le 330 e le 800 donne dal Belgio si recano in Olanda per abortire aggirando il limite di legge. Il Comitato raccomanda anche di estendere il rimborso della contraccezione oltre i 25 anni.