venerdì 3 novembre 2023
Sarà resa nota il 6 novembre la sentenza definitiva sulla bimba inglese di 8 mesi affetta da una patologia mitocondriale ricoverata a Nottingham. Disponibile ad accoglierla il Bambino Gesù di Roma
I genitori di Indi nella sua stanza in ospedale

I genitori di Indi nella sua stanza in ospedale - Immagine diffusa dalla famiglia

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Il giudice Robert Peel dell'Alta Cote di Londra si è preso qualche giorno ulteriore di tempo, fino a lunedì 6 novembre alle 15, per comunicare la sua decisione in merito al caso di Indi Gregory, la bambina di 8 mesi affetta da una malattia mitocondriale che le consente poche chance di crescere ma davanti alla quale i medici del Queen's Medical Centre di Nottingham dov'è ricoverata hanno alzato bandiera bianca scegliendo di sospendere i supporti vitali della piccola, la cui patologia le impedisce di respirare autonomamente. Alla resa dei medici si oppongono i genitori di Indi, Claire e Dean, si sono fermamente opposti in ogni sede trovandosi però sempre la strada sbarrata da una sentenza dopo l'altra. Fino all'Alta Cote, chiamata in extremis a pronunciarsi quando già l'ospedale stava per "staccare la spina" perché dall'Italia era giunta la disponibilità dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma di accogliere Indi. Giovedì 2 novembre purtroppo Peel aveva respinto la proposta di trasferire Indi a Roma sposando la tesi dei medici curanti secondo i quali ogni ulteriore trattamento clinico configurerebbe accanimento terapeutico.

Nella stanza di Indi a Nottingham

Nella stanza di Indi a Nottingham - Dal profilo Facebook di Indi Gregory

Per i genitori della piccola invece si dovrebbe concedere a Indi un’altra chance con una seconda valutazione da parte di altri medici, per poi in caso di resa della medicina lasciare che sia la malattia e non l’arresto dell’alimentazione e della ventilazione meccanica a causare la morte della bambina. La condizione perché questo accada, tuttavia, è il via libera di un giudice per lasciar partire Indi verso l’Italia. Via libera che, come si temeva, non è arrivato: in tutti i casi precedenti infatti (si ricorderanno i drammatici esiti delle vicende di Charlie Gard e Alfie Evans) la giustizia inglese aveva sempre preso le parti del Sistema sanitario non contemplando una possibile rivalutazione delle malattie all’estero.

I genitori di Indi hanno subito impugnato il rigetto dell'offerta di un ricovero all'estero ottenendo dapprima 24 ore di tempo e poi, allo scadere di queste, altri tre giorni di margine. Sono subentrati elementi nuovi? La famiglia sta cercando qualche altra mossa per evitare alla figlia la morte per asfissia da distacco del respiratore? Il giudice cerca solo di rendere meno traumatico il momento in cui autorizzerà l'ospedale a procedere? I genitori sperano: «Anche se il trasferimento in Italia comporta qualche rischio ­ ha dichiarato Dean Gregory ­ l’unica alternativa che ci viene offerta nel Regno Unito è di accettare la morte di Indi. L’offerta dell’Italia è l’unica possibilità che abbiamo di curare nostra figlia e, come genitori, vogliamo seguire questa strada».

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