L'immagine e il titolo scelti dalla Conferenza episcopale francese per diffondere la nota - Eglise.catholique.fr
In un Paese che conosce livelli senza precedenti di ricorso all’aborto, è responsabile per un governo lanciare segnali alla popolazione che rischiano di banalizzare la pratica? Di fronte alla volontà dell’esecutivo francese d’inserire nella Costituzione la «libertà» o «diritto» d’abortire, i vescovi francesi invitano la classe politica a riflettere in profondità su questa prospettiva.
A nome di tutta la Conferenza episcopale, i dieci vescovi membri del Consiglio permanente hanno firmato una dichiarazione per esprimere «preoccupazione davanti a ciò che significherebbe questa iscrizione». Un’inquietudine tanto più forte di fronte al livello di circa 220mila aborti registrati l’anno scorso, secondo le statistiche ufficiali: una «cifra record nelll’Unione europea», contraddistinta pure dal fatto «che non diminuisce, e tende anzi ad aumentare», ricorda la nota dell’episcopato d’oltralpe.
I vescovi sottolineano innanzitutto un principio fondamentale che dovrebbe ispirare la riflessione sul tema: «Ogni vita è un dono per questo mondo, un dono fragile e prezioso, infinitamente degno, da accogliere e servire dal suo inizio e fino alla sua fine naturale». In modo diretto, la dichiarazione lancia due interrogativi, che tendono sempre più spesso a essere invece schivati nel dibattito pubblico e mediatico transalpino: «Come potremmo vedere questa realtà drammatica come il solo esercizio di un diritto per le donne o, ancora, come un progresso? Non è forse soprattutto il segno del fallimento di tutta la società nell’educare e accompagnare, nel sostenere a livello sociale, economico e umano quelli che ne hanno bisogno?».
I vescovi francesi evidenziano il pericoloso crinale su cui avanza una società che tende a disinteressarsi di una questione sempre più considerata come lontana dalla sfera collettiva per essere lasciata alla solitudine delle donne: «Di questi nascituri siamo, in un certo modo, tutti responsabili. Dunque, il vero progresso non sarebbe forse nel poterci mobilitare tutti assieme, credenti e non, affinché l’accoglienza della vita sia più aiutata e sostenuta? La vera emergenza non sarebbe di aiutare almeno le coppie o le donne che oggi non hanno davvero scelta e non possono tenere il loro bambino per via dei vincoli sociali, economici, familiari che sopportano, troppo spesso in modo solitario?».
Infine, dopo aver citato un passaggio dell’esortazione apostolica Evangelii gaudium di papa Francesco circa «la convinzione che un essere umano è sempre sacro», i vescovi ringraziano tutti coloro che operano già in nome della cultura della vita.