Il presidio di Alliance Vita davanti all'Assemblea nazionale di Parigi durante il voto sull'aborto
Una bozza estremamente controversa sull'aborto votata in un emiciclo parlamentare in gran parte vuoto, sullo sfondo di vibranti proteste del mondo associativo e non solo. In Francia il triste scenario si è ripetuto nella tarda serata di martedì 30 novembre, quando i deputati dell'Assemblea nazionale hanno approvato in seconda lettura il progetto di legge «volto a rafforzare il diritto all'aborto», centrato sul passaggio del limite massimo legale da 12 a 14 settimane. Presenti solo 123 deputati su 577. L'iter prevede una nuova tappa al Senato, che si era già opposto al testo in prima lettura.
Fra le misure più contestate presenti nella versione iniziale del testo, anche la soppressione dell'obiezione di coscienza per il personale ospedaliero, ma su questo fronte i deputati hanno finito per rinunciare alla misura. L'allungamento a 14 settimane incontra non pochi oppositori anche all'interno della maggioranza. Lo stesso presidente Emmanuel Macron si è detto contro, a titolo personale.
Tante associazioni evidenziano da tempo l'impronta estremamente ideologica del testo. L'ong Alliance Vita, ad esempio, «denuncia un dibattito falsato, sconnesso dalla realtà vissuta dalle donne, e chiede la sospensione del processo legislativo fin quando non sarà stabilito un vero bilancio delle cause, delle condizioni e delle conseguenze dell'aborto». Secondo diversi osservatori, l'imminenza delle elezioni presidenziali potrebbe ancora indurre i parlamentari a non chiudere l'iter entro questa legislatura.