Il libretto della celebrazione nell'hospice fiorentino
È stato un momento di raccoglimento e profonda spiritualità quello che ha visto, alcuni giorni fa, la consacrazione di una paziente dell’Hospice Oblate di Firenze. Ricoverata presso la struttura di Cure palliative della Asl Toscana Centro, la paziente ha emesso la professione solenne, con i voti perpetui di castità, povertà, obbedienza e servizio gratuito secondo lo statuto e modo di vita dei Laici Missionari della Carità, di cui faceva parte dal 2014.
La donna ricoverata nell’Hospice aveva già professato i voti che vengono rinnovati ogni anno, e attendeva di poter prendere quelli perpetui. Al momento in cui avrebbe dovuto prendere i voti, in ottobre, era in coma. Quando si è risvegliata ha chiesto di poterlo fare.
Il rito, solitamente celebrato in un ambiente religioso, è stata realizzato tra le mura dell’Hospice, trasformando il luogo di cura in uno spazio di preghiera e comunione. Il momento ha unito pazienti, personale e famiglie in una celebrazione unica, rivelando quanto il servizio e la vocazione possano fondersi armoniosamente. «La cerimonia dei voti perpetui della paziente rappresenta un simbolo di speranza, fede e dedizione che resterà scolpito nella memoria di tutti coloro che vi hanno partecipato – sottolinea Paola Poggiali, infermiere coordinatrice dell’Hospice –. Un evento che ha donato una prospettiva nuova sulla cura, intesa non solo come assistenza sanitaria ma anche come gesto di amore che trascende i confini del dolore. L'Hospice Oblate continua a essere un luogo di cura e un punto di riferimento per lo spirito, un segno di come la fede e il servizio possano fondersi per portare conforto e sollievo anche nelle circostanze più difficili».
Secondo Guido Miccinesi, diacono e medico, incaricato della Pastorale sanitaria della Toscana, che ben conosce la realtà dell’Hospice, si tratta di un episodio meno insolito di quanto possa sembrare: «Capita che qualcuno, sentendo che il proprio tempo si fa breve, voglia dare compiutezza a una propria scelta di vita. Ci sono persone che si sposano; in questo caso la scelta è stata quella di completare il proprio percorso di consacrazione».
La famiglia della paziente ha voluto dare un riconoscimento al grande coinvolgimento che il personale dell’Hospice ha mostrato, con un biglietto consegnato il 1° novembre nella festa dei Santi: «A voi che siete vicini alla sofferenza delle persone e dei loro familiari, con una partecipazione attiva che è compassione, ma non pietà. A voi che, così operando, rendete la vostra professionalità più ricca e piena, raggiungendo i primi posti di coloro che possono essere “santi” già in vita, Buona festa di Tutti i Santi».