Una delle immagini della campagna "Vetrine consapevoli"
Una patologia ginecologica infiammatoria, cronica, che oltre ai dolori fisici intacca la psiche: l’endometriosi, di cui il 28 marzo si celebra la Giornata mondiale, viene scoperta con una diagnosi complessa, coinvolge il 10-15% della popolazione femminile in età fertile con vari gradi di gravità e causa difficoltà di concepimento dal 30% al 50% dei casi.
«È una malattia subdola, ancora scarsamente compresa. La diagnosi, spesso ritardata di circa sette anni dalla comparsa dei sintomi, ha gravi conseguenze psicologiche sulle donne». Quindi risulta «cruciale ottenere una diagnosi precoce per accedere tempestivamente ai trattamenti e alle cure, al fine di prevenire la progressione della malattia e mitigare il suo impatto negativo sulla qualità della vita e sull’infertilità» auspica il ginecologo Marco Grassi, membro dell'Associazione ostetrici e ginecologi ospedalieri Italiani (Aogoi), che dal 2008 presta servizio presso il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Mazzoni di Ascoli Piceno e dal 2018 è titolare dell’incarico dirigenziale di alta specializzazione in Isteroscopia.
La migliore forma di prevenzione? «L’informazione. Per questo ho scelto di aderire per tutto il mese di marzo all’iniziativa “Vetrine consapevoli” promossa dall’Associazione Progetto Endometriosi (Ape), con l'obiettivo di informare il maggior numero di persone, in primis le mie pazienti, e sensibilizzare sui sintomi precoci. È solo attraverso la conoscenza diffusa che possiamo affrontare efficacemente questa malattia e i suoi effetti. Con uno sforzo congiunto e una maggiore consapevolezza possiamo sperare di contrastare efficacemente questa malattia e migliorare la qualità di vita delle donne affette», sottolinea Grassi.
A marzo – mese per la consapevolezza sull’endometriosi – in tantissime città e paesi le vetrine di negozi, farmacie, esercizi commerciali di ogni tipo si stanno colorando di rosa per far conoscere la malattia, diffondendo le cartoline informative messe a disposizione dall’Ape. «Occasione per fermarsi a prendere una delle 50mila cartoline e regalarla alla propria sorella, amica, moglie, compagna di scuola o spedirla a una persona lontana, lasciarla nella cassetta della posta. Sulla cartolina, oltre all’invito al passaparola, c’è un QR code che rimanda al sito web dell’Ape in cui ci sono tutte le informazioni sull’endometriosi, i centri specialistici a cui rivolgersi, le iniziative per supportare le donne e numerosi consigli per il benessere femminile», fa sapere l’associazione.