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«Negli ultimi 5 anni la vendita delle pillole per la “contraccezione di emergenza” è più che raddoppiata mentre quella dei profilattici si è dimezzata. Da quando anche le minorenni possono avere EllaOne senza ricetta, ne fanno richiesta con la stessa disinvoltura con la quale si comprano le pillole per i dolori mestruali o uno spray per il raffreddore ». Manfredo Spadaro è titolare di una farmacia a Marsala e non riesce a nascondere il suo stupore misto a preoccupazione: «C’è superficialità nell’approccio all’argomento, a mio avviso legata a una certa ignoranza e anche all’obiettivo di liberarsi da eventuali 'pesi'. Inoltre, il fatto che la 'pillola dei cinque giorni dopo' possa essere comprata facilmente in farmacia o nei corner farmaceutici di supermercati o centri commerciali ha creato l’idea che sia un banale contraccettivo, non invasivo, di facile e continuo utilizzo, come un condom».
Analoga preoccupazione manifesta Katia Bracco, farmacista senese impegnata anche nell’educazione all’affettività tra gli adolescenti: «È inaccettabile che la pillola dei cinque giorni dopo sia fruibile liberamente da una minorenne, del tutto inconsapevole della potenza di questo farmaco. Temo che le ragazze la riutilizzino senza aver capito che è un contraccettivo di emergenza. Dovrebbe essere dispensata dietro prescrizione medica, per poterne monitorare l’utilizzo. Come fa un farmacista a garantire che la ragazza non ne faccia un uso continuativo? Registriamo un’impennata di EllaOne da ottobre», quando l’Agenzia del farmaco Aifa ha deliberato l’eliminazione della ricetta con la determina 998 dell’8 ottobre. Una settimana fa su queste pagine venivano sollevati dubbi documentati sull’Ulipristal acetato, il principio attivo di EllaOne, lo stesso che ha portato al ritiro dal mercato europeo per danni epatici di un altro farmaco in cui era contenuto, Esmya, prescritto nei casi di fibromi uterini, ma con una concentrazione sei volte inferiore alla pillola dei cinque giorni.
«Da un’indagine a campione tra diverse farmacie della città, confrontando la vendita di EllaOne a ottobre e novembre di quest’anno con quelle registrate negli stessi mesi del 2019, emerge un incremento quasi del 30% – spiega Arianna Capri, direttrice di farmacia territoriale a Verona – . Il cambiamento prescrittivo ha riguardato solo le minorenni, dal momento che le maggiorenni possono acquistare quella pillola senza necessità di prescrizione già dal 2015». Quindi «non possiamo sapere a chi fosse destinato veramente il farmaco anche prima di ottobre, quando si è aperta la porta all’accesso libero anche per le adolescenti». Alle tesi critiche sul commercio senza prescrizione di EllaOne l’Aifa ha presentato argomentate obiezioni sulle quali esprime il suo dissenso il ginecologo e docente all’Università di Padova Bruno Mozzanega: «Uno dei casi di epatite fulminante dopo l’assunzione di Esmya è insorto dopo un’assunzione molto bassa di Ulipristal, simile a quanto contiene una compressa di EllaOne. È noto dalla letteratura medica, soprattutto internistica, che la Dili idiosincrasica (Drug Induced Liver Injury, tossicità epatica da farmaco) è legata al principio attivo e non alla sua modalità di somministrazione». La si può quindi scoprire solo se si ha a disposizione la sorveglianza post trattamento delle pazienti.
Le donne che assumevano Esmya l’acquistavano con prescrizione ed erano sotto stretto controllo medico. Eppure, non si è riusciti a prevenirla. «Aifa non può ignorare che le valutazioni dei farmaci, una volta entrati in commercio, sono effettuate sulle casistiche, cioè retrospettivamente – continua Mozzanega –. Con Esmya è stato possibile, ma chi assume EllaOne ora lo fa liberamente, senza ricetta né controllo medico, e gli effetti gravi possono comparire anche a distanza di tempo. È sorprendente che si vogliano rassicurare le donne sulla base di asserite periodiche valutazioni del profilo di sicurezza, non effettuabili però in assenza di casistiche almeno a partire dal 2015 quando è stata dichiarata innocua l’auto-somministrazione ripetuta e ravvicinata di EllaOne, che porta ad accumulo epatico del farmaco».
La questione ha assunto anche un rilievo politico. Il 5 dicembre la senatrice centrista Paola Binetti ha depositato un’interrogazione parlamentare in cui si chiede al ministro della Salute di tutelare le donne – in primis le minorenni – che assumono EllaOne, ripristinando la prescrizione medica. «Il principio attivo Ulipristal acetato, come Ema (l’agenzia europea di farmacovigilanza, ndr) sa bene – scrive la senatrice – si accumula progressivamente nel fegato fino a poter dare nel tempo lesioni irreparabili. Aver liberalizzato il commercio della pillola dei cinque giorni rende molto difficile spiegare alle giovani i rischi collegati con l’assunzione ripetuta della stessa, così come lo specifico monitoraggio richiesto per cogliere eventuali segni e sintomi di epatite».