giovedì 10 ottobre 2024
Sono tre milioni e mezzo le persone che convivono con sintomi depressivi, ma sebbene si riconoscano i sintomi solo una minoranza accetta di farsi aiutare, pensando che sia un problema passeggero
"Tanto mi passa...": perché gli italiani non vedono la depressione

Foto Siciliani

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Un’indagine condotta da Swg in collaborazione con Johnson & Johnson Innovative Medicine, in occasione della Giornata mondiale della Salute mentale del 10 ottobre, traccia il quadro del complesso rapporto degli italiani con la depressione. Oltre 3 milioni e mezzo di nostri concittadini convivono con disturbi di tipo depressivo. L’indagine ha scoperto che, sebbene il 55% degli italiani sia consapevole che la depressione è una malattia, tre su quattro la considerino semplicemente una fase della vita temporanea e passeggera. Secondo molti infatti «a tutti capita di sentirsi depressi, di tanto in tanto». Questa banalizzazione porta a fraintendere la radicalità della depressione, che non è solo tristezza, sconforto o malumore.

Eppure in molti riescono a riconoscere i sintomi: l'86% degli intervistati ha correttamente individuato la perdita di interesse nelle attività quotidiane, l'80% le difficoltà nelle relazioni sociali, il 70% la bassa autostima e una percentuale altrettanto elevata ha indicato come sintomi i disturbi del sonno, dell’appetito e la stanchezza cronica. Tuttavia, la maggioranza degli italiani ha affermato che preferirebbe aspettare che i sintomi scompaiano da soli piuttosto che rivolgersi a uno specialista e iniziare una terapia. Due terzi degli italiani ritengono che svolgere attività coinvolgenti e distrarsi sia sufficiente a superare la depressione, convinti che un cambiamento dello stile di vita possa bastare a risolvere il problema.

Andrea Fiorillo, presidente della Società europea di Psichiatria, spiega che «le cause della depressione sono sia ambientali che biologiche, serve quindi un approccio integrato che garantisca un accesso tempestivo ai trattamenti». Secondo l'Organizzazione mondiale della Sanità la depressione è la principale causa di disabilità al mondo. Le diagnosi sono aumentate del 30% negli ultimi anni, ma diverse previsioni stimano che diventerà la malattia mentale più diffusa entro il 2030. Alessandra Baldini, Medical Affairs Director di Johnson & Johnson, che ha commissionato lo studio, evidenzia un altro aspetto determinante nella mancata percezione della depressione: lo stigma sociale molto forte. « L'88% degli intervistati - spiega - ritiene che il termine "depressione" venga spesso utilizzato in modo inadeguato, sminuendo la serietà della malattia». Infatti, per il 91% degli italiani non si rivolge a professionisti per timore del giudizio sociale. Un appello viene lanciato da Felicia Giagnotti, presidente di Fondazione Progetto Itaca, secondo la quale «c’è l’urgenza di sensibilizzare l’opinione pubblica e offrire supporto concreto a chi combatte quotidianamente con queste malattie psichiatriche».

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