
Alberto Lerza con papà Federico - .
«Davanti alla grotta ho sentito dentro di me qualcosa di fortissimo. Non ho avuto apparizioni, ma sono stato investito da un amore talmente forte che ho avuto una vertigine e ho pensato: è possibile che venga a Lourdes e mi senta male? Sarà la stanchezza... Ma non stavo male, era una trasformazione. Mi è arrivato addosso, per così dire, un treno di amore fortissimo». Così Federico Lerza racconta il culmine della sua esperienza alla Grotta di Massabielle una sera di fine aprile del 2023. Pochi giorni prima per suo figlio Alberto, 6 anni, era arrivato il risultato dell’esame istologico: un glioma di quarto grado, il più grave, senza alcuna speranza di guarigione.
Papà Federico è crisi. «Che faccio? Parto per Lourdes? Devo andare a chiedere una grazia? Mi è venuto questo flash, ma non so per quale motivo – racconta –. Prima di decidere ho detto: Signore, dammi un segno! Così sono salito alla Basilica di San Maurizio di Pinerolo. Non frequentavo la chiesa. Conoscevo quel posto solo perché c’è un belvedere dove, da giovane, portavo le ragazze... Una volta lì, sono entrato e ho incontrato quello che oggi è il mio più caro amico, che mi ha accompagnato in tutto questo percorso: don Alex».
È lo stesso parroco, don Alex Moreira, a proseguire il racconto: «Quel giorno non dovevo neanche essere in Basilica. Stavo già quasi per chiudere la chiesa quando entra lui. Chiede di parlarmi, andiamo in confessionale e iniziamo il dialogo. Mi racconta dell’esito degli esami di Alberto. Lì è avvenuto qualcosa di molto speciale. Lui mi dice: pensavo di andare a Lourdes a chiedere una grazia alla Madonna. Che ne pensi? Gli rispondo: sono tornato ieri da Lourdes. Se senti di partire, vai».
Così Federico parte in auto, da solo: «Non avevo nessun programma. Non sapevo neanche cosa fare. Maria era una figura che conoscevo dal catechismo ma non era presente nella mia vita. Quando sono arrivato alla Grotta ho detto: facciamo uno scambio, prendi me al suo posto, ma lui fallo vivere. Maria mi ha preso in un modo completamente diverso: mi ha fatto innamorare di lei e del Signore. A Lourdes ho sentito questa forza enorme e, quando sono ripartito, ho preso dell'acqua. Avevo una concezione della fede quasi magica. Pensavo: vado, faccio questo rituale, uso l’acqua, dico quattro preghiere e, nel rito, c'è la guarigione, il risultato».
Federico torna a Pinerolo da Lourdes. È tardi, sono le 23.30. Chiama don Alex per portarlo a casa sua a benedire Alberto. «Lì è iniziato tutto. Il cammino profondo di Alberto, ma anche il mio. Perché la conversione e la grazia sono state date a me». Alberto muore il 24 settembre del 2024 dopo aver ricevuto la comunione (in chiesa) e la cresima (in casa, ormai paralizzato). Il suo è stato un intenso cammino di fede che ha sorpreso tutti, a partire da papà Federico. Ci sono parole che non dimenticherà mai, come quando Alberto gli confida: «Gesù ha detto di dirti una cosa: di stare tranquillo. Andrà tutto bene. Non ti preoccupare. Io tra un po’ starò molto meglio».
«Ho cominciato a piangere tutte le mie lacrime – ricorda il papà –. Eppure proprio nel momento peggiore della mia vita ho sentito l’amore più grande. In quei diciassette mesi abbiamo potuto sperimentare come, nonostante la sofferenza, la preghiera e il riavvicinarsi alla fede abbiano portato grandi frutti. Umanamente possiamo vedere questa vicenda come tragica, ma con gli occhi della fede c’è stata una grande grazia».
«Quando sono andato a incontrare Alberto sul suo letto di malattia – testimonia il vescovo di Pinerolo Derio Olivero – era totalmente immobile, ma muoveva bene il viso ed era lucido. Alla domanda “come stai?” lui con un sorriso incredibile ha rispose “sto bene!”. E poi mi parlò. Mi parlò con una serenità che mi lasciò spiazzato. Il mio ricordo di Alberto è soprattutto questo: il ricordo di un sorriso, di quella risposta – Sto bene! – e di una luce nei suoi occhi, nel suo sorriso e nel suo viso. Una luce davvero rara e particolare. Troppo particolare e impossibile da dimenticare».
La voce di Olivero, del papà di don Alex e anche di Alberto sono in un bel video curato e pubblicato da Vita diocesana pinerolese.
In nome di Alberto è nata un’associazione per aiutare i bambini in difficoltà e sono stati mossi i primi passi per valutare un’eventuale causa di beatificazione.
Oggi papà Federico testimonia questo miracolo di conversione e lancia un messaggio: «Mai perdere la speranza, neanche nel momento peggiore. Anche quando ho visto mio figlio morto nel letto ho guardato quel crocifisso e ho detto: io ti credo ancora, io continuo a crederti fino in fondo!».