mercoledì 5 giugno 2024
L'evento mondiale promosso dall'Onu, quest'anno è dedicato alla desertificazione e alla lotta contro la siccità che, se non si interviene, nel 2050 potrebbe colpire i tre quarti dell'umanità
In Etiopia, causa siccità, è scomparso l'80% del bestiame

In Etiopia, causa siccità, è scomparso l'80% del bestiame - © Roger Lo Guarro per Cesvi

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Fra alluvioni, siccità, incendi e frane, ci sono anche i ghiaccai dell’Antartico che si sciolgono e le Maldive che affondano. Gli esperti dicono che gli Stati Uniti saranno alle prese con una stagione degli uragani particolarmente intensa e al di fuori del normale mentre l’India conta gia oltre 50 morti a causa del caldo record.

Sono gli effetti del cambiamento climatico, della Terra che chiede attenzione. La Giornata Mondiale dell’Ambiente è anche questo, un modo per ricordare a tutti i suoi abitanti che c’è un solo Pianeta. «Non abbiamo un Pianeta B» per ripetere lo slogan dei giovani Fridays for future. La Giornata che si celebra oggi in tutto il mondo, dal 1972 rappresenta il principale veicolo delle Nazioni Unite per incoraggiare la consapevolezza e l’azione a livello mondiale a favore dell’ambiente. La giornata del 2024, ospitata dall’Arabia Saudita, si concentra sul ripristino del territorio, sulla desertificazione e sulla resilienza alla siccità con lo slogan “La nostra terra. Il nostro futuro. Siamo la Generazione del ripristino del territorio (#GenerationRestoration)”.

Secondo la Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione, fino al 40% del territorio del pianeta è degradato, colpendo direttamente metà della popolazione mondiale e minacciando circa la metà del Pil globale (44 trilioni di dollari). Il numero e la durata dei periodi di siccità sono aumentati del 29% dal 2000. E anche l’Italia non è messa bene: l’ultimo allarme di Legambiente riguarda appunto il processo di desertificazione in atto nel Belpaese. Senza un’azione urgente, entro il 2050 la siccità potrebbe colpire oltre tre quarti della popolazione mondiale. Il ripristino del territorio è un pilastro fondamentale del Decennio delle Nazioni Unite per la salvaguardia degli ecosistemi (2021-2030), un appello per la protezione e il rilancio della biodiversità in tutto il mondo, fondamentale per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Il 2024 segna anche il 30° anniversario della Convenzione delle Nazioni Unite sulla lotta alla desertificazione. La sedicesima sessione della Conferenza delle Parti (COP 16) della Convenzione delle Nazioni Unite sulla lotta alla desertificazione (Unccd) si terrà nella capitale saudita, Riyadh, dal 2 al 13 dicembre 2024.

Nell’ultimo rapporto dell’Ispra, il Paese ha toccato nel 2022 il minimo storico, dal 1951 a oggi, di disponibilità annua di risorsa idrica (-50% rispetto alla media annua riferita al trentennio climatologico 1991-2020), situazione aggravata anche da valori di temperature sopra la media, che hanno aumentato la quota di evapotraspirazione. È analizzata nel rapporto anche la grave e persistente siccità che ha interessato l’Italia nel 2022 e che, in alcune aree del territorio, si è manifestata già a fine 2021 ed è perdurata fino ai primi mesi del 2023. Le analisi mostrano che, ove si consideri come indicatore di gravità della siccità la percentuale di territorio nazionale che è stata soggetto durante lo stesso anno a siccità estrema, il 2022 è stato il sesto anno più siccitoso in Italia dal 1952.

Per quanto riguarda invece la percentuale del territorio italiano soggetto a deficit e surplus di precipitazione, si è riscontrato un aumento nella percentuale del territorio italiano soggetto a siccità estrema su base annuale, a partire dall’inizio degli anni ’50, «in linea con quanto riscontrato anche a livello europeo, strettamente dipendente all’impatto già in corso dei cambiamenti climatici», sottolinea Ispra.

La siccità è un fenomeno naturale che si sviluppa lentamente e che può verificarsi in tutte le zone climatiche e si propaga attraverso l’intero ciclo idrologico con impatti socio-economici e ambientali a lungo termine, sottolinea a sua volta il Centro Euro Mediterraneo sui cambiamenti climatici (Cmcc). Intensificata dai cambiamenti climatici antropogenici, la siccità è diventata uno dei pericoli naturali più significativi in Europa. Esistono diverse definizioni di siccità, ovvero siccità meteorologica, idrologica e agricola, che variano a seconda dell’orizzonte temporale e delle variabili considerate. Così come non esiste un’unica definizione di siccità, non esiste un unico indice che tenga conto di tutti i tipi di siccità. Catturare l’evoluzione delle dinamiche della siccità e gli impatti associati su diverse scale temporali e spaziali rimane ancora una sfida critica.

«Per affrontare la crisi climatica e salvare l’ambiente è necessario costruire un’economia più sostenibile e innovativa – sottolinea Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, in occasione della Giornata mondiale dell’Ambiente – In particolare in campo energetico è necessario accelerare la sostituzione dei combustibili fossili e promuovere le energie rinnovabili e la transizione verde. Nel 2023 una buona notizia: l’87% della nuova potenza elettrica installata nel mondo è da fonti rinnovabili ma è solo l’inizio».

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