Si arricchisce di un nuovo capitolo il progetto discografico che il direttore Antoni Wit da tempo dedica a Krzystof Penderecki. L'ultimo cd pubblicato include due lavori sacri, separati tra loro da ben 35 anni, durante i quali l'autore ha ultimato la trasformazione e l'evoluzione del proprio linguaggio abbandonando l'avanguardia musicale per riassimilare i principi estetici e creativi maggiormente legati all'eredità occidentale.Convinto che l'artista debba essere testimone del suo tempo, Penderecki è stato il primo compositore polacco del secondo dopoguerra a scrivere musica sacra, e non si è più fermato. In un'epoca in cui la censura comunista imponeva il silenzio delle voci e delle anime, i grandi testi della tradizione sono stati per lui continua fonte di ispirazione. Lo testimonia il Magnificat (1973-1974), che Wit affronta evidenzando la tensione crescente e quel clima di “calma inquieta”; o come il Kadisz scritto per commemorare il 65° anniversario dell'epurazione del ghetto di Lodz, una cantata in cui i testi di un giovane scrittore polacco morto ad Auschwitz si intrecciano al Libro di Daniele e alle Lamentazioni. Pagine marchiate da uno spessore drammatico che nasce dal contrasto tra la grandezza divina e la fragilità terrena, tra l'inno che glorifica la Madre di Dio e il compianto sulla morte causata dalla malvagità umana; il medesimo conflitto che Penderecki ha vissuto in prima persona e che ha sublimato nella sua arte.Krzystof PendereckiMagnificat o KadiszAntoni WitNaxos. Euro 7,00
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