In una pagina del Talmud si legge: «Rav Johanan ha detto: dal giorno della distruzione del Tempio [di Gerusalemme] la profezia è stata tolta ai profeti e data a folli e bambini». Per profezia si intende una missione assegnata dalla divinità a un suo inviato. Non è profezia il pronostico, l’oroscopo, la divinazione, perché senza nessun mandato dall’alto. La profezia dovrà serpeggiare clandestina, sotto sembianza di bambini e folli, anche loro figure in margine, che non predicano e non salgono su un pulpito. Afferrano e affermano brandelli di avvenire. Chi sono i folli e i bambini di adesso? Quelli che si preoccupano dell’avvenire del mondo, che è il campo assegnato alla profezia. L’astronomo che scruta gli anni luce, intento a intravedere gli abissi del tempo e dello spazio. La studentessa svedese che organizza un piccolo sciopero scolastico per il clima futuro e coinvolge la sua generazione, bisognosa di profezia. Chi recupera il vetro, chi ricicla plastica, chi pianta alberi, chi si entusiasma per il Canto delle Creature di Francesco di Assisi, non ancora santo mentre lo scrive, anzi è un irregolare. In tempo di attesa e di ascolto va intesa la voce sottile dei folli e dei bambini.
© riproduzione riservata
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: