Da qualche settimana “Fraternities OP”, la pagina ufficiale Facebook delle Fraternità laiche domenicane (Terzo ordine domenicano), ospita un frequente bollettino sulla salute di fra Timothy Radcliffe, già maestro generale (1992-2001) dei frati predicatori, recentemente operato per un cancro alla mascella. Originariamente in inglese e tradotto in italiano, francese e spagnolo, è un diario sobrio e lieve attraverso il quale seguire il decorso postoperatorio, i piccoli progressi quotidiani del paziente e la gioia di chi, visitandolo (in genere i confratelli del convento di Oxford in cui risiede), li percepisce. Radcliffe è un predicatore richiesto in tutto il mondo. Anche in Italia è noto e apprezzato; sue opere sono state pubblicate da San Paolo, Qiqajon, EDB, Queriniana ed EMI e un suo articolo è comparso di recente anche qui su “Avvenire” ( bit.ly/2YHgeWJ ), tratto da “Luoghi dell'infinito” in occasione degli 800 anni della morte di san Domenico.
Chi abbia ascoltato o letto una conferenza di fra Timothy ritroverà un riflesso del suo spirito nei due messaggi che lui stesso ha consegnato ai tanti che con affetto e preghiere lo stanno accompagnando in questa prova. Il 14 agosto ( bit.ly/3lh2ZUw ) il teologo, settantaseienne, descrive come avverrà, due giorni dopo, il delicato intervento necessario per rimuovere il cancro e ricostruire l'osso. «Non ho paura di morire, poiché ho fiducia che cadrò nelle braccia del nostro Signore misericordioso. Ma temo piuttosto la possibile invalidità».
Il 31 agosto, prima del sopraggiungere di una seria complicazione (ora in via di superamento), racconta: «Non prendo né cibo né bevanda (a parte un emozionantissimo sorso di succo di mela) dal mio arrivo qui. I momenti più eccitanti della giornata in termini sensoriali sono sentire l'acqua calda quando mi lavo, e un che di alcolico nel detergente per le mani! Forse diventerò dipendente... Ringraziate Dio del progresso fatto finora e supplicate che io possa cominciare a mangiare!».
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