Veterinari, ancora una riforma
martedì 30 ottobre 2012
Si svolge oggi dinanzi al Consiglio di Stato l'udienza decisiva per sciogliere il dubbio se le Casse di previdenza dei liberi professionisti debbano essere inserite fra le pubbliche amministrazioni censite dall'Istat ai fini del bilancio statale. Da diversi anni le Casse soffrono le incursioni del sistema pubblico, ma il Tar del Lazio, con la sentenza 224 dell'11 gennaio scorso, ha riconosciuto la loro natura privatistica, con autonomia contabile, organizzativa, gestionale e finanziaria.Spetta ora al Consiglio di Stato dare conferma alla sentenza di gennaio, che nel frattempo è rimasta sospesa. Se il parere sarà contrario, si dovranno applicare anche agli enti di previdenza delle libere professioni le nuove misure taglia-spese imposte agli uffici pubblici, a vantaggio della finanza statale, ma a scapito delle risorse interamente versate dai professionisti, necessarie per la pensione di categoria, senza alcun intervento dello Stato.In questa vicenda un ruolo di primo piano è stato sostenuto dall'Enpav, la cassa di previdenza per i veterinari, appena rinnovata dalla riforma pensionistica del 2010 ed ora obbligata dal governo Monti ad una nuova riforma, in grado di garantire la sostenibilità delle pensioni per i prossimi 50 anni. La seconda riforma è stata approvata al limite della scadenza del 30 settembre scorso e si attende ora il via ufficiale dai ministeri vigilanti.Entreranno in vigore già dal 1° gennaio 2013 diversi provvedimenti:1) l'adeguamento annuale delle pensioni è ridotto al 75% dell'indice di inflazione, fatta eccezione per le pensioni con importo minimo e per le pensioni calcolate col metodo contributivo. La restrizione incide di fatto su trattamenti pensionistici adeguatamente remunerati ma, come richiesto dall'Assemblea dei delegati, verrà ritoccata ritornando gradualmente al 100% qualora i parametri di sostenibilità della spesa lo consentiranno.2) innalzamento a 90 mila euro del reddito massimo pensionabile. Questa misura consente ai veterinari che hanno redditi elevati di poter avere una pensione più congrua, a fronte anche di un aumento del contributo soggettivo. Questa contribuzione salirà infatti al 22% entro l'anno 2033 (la precedente riforma aveva indicato il tetto del 18% ma per una sostenibilità di bilanci fino a 30 anni).3) applicazione dei coefficienti di riduzione sulle pensioni anticipate, che la precedente riforma stabiliva per il 2017. La riduzione percentuale dell'assegno varia secondo gli anni di anticipo della quiescenza.Nel 2014 entra invece in vigore l'innalzamento a 62 anni dell'età anagrafica minima per la pensione di anzianità, una misura in linea con il sistema pensionistico generale e con l'allungamento dell'aspettativa di vita.Redditi 2011. Entro il 31 ottobre gli iscritti all'Enpav devono inviare il modello 1 (insieme al modello 2 per l'eventuale adesione alla "pensione modulare") relativo ai redditi prodotti lo scorso anno. E' in scadenza anche la seconda rata dei contributi minimi.
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