Uno scrigno musicale, prezioso e raffinato, racchiude alcune delle più belle e celebri pagine sacre di Claudio Monteverdi (1567-1643), come il Vespro della Beata Vergine o i brani estratti dalla Selva morale e spirituale; si tratta di cofanetto di cinque compact disc (pubblicato da Virgin e distribuito da Emi) che riunisce registrazioni già precendemente edite, effettuate tra il 1982 e il 1991 da Andrew Parrott, dagli ensemble vocali e strumentali dei Taverner Consor, Choir and Players e da un cast di cantanti solisti che comprende Emma Kirkby, Rogers Covey-Crump e Nigel Rogers.
Il direttore inglese è stato in effetti uno tra i primi protagonisti del movimento di riscoperta e diffusione della cosiddetta "musica antica" su strumenti d'epoca, ma anche tra gli iniziatori della pregevole pratica di realizzare rigorose ricostruzioni dell'apparato sonoro destinato alle cerimonie liturgiche del passato come quelle presentate in questa raccolta. È il caso del grande Vespro mariano (qui riproposto in una versione che adotta le appropriate antifone dei Salmi ricavate dal repertorio gregoriano) e della Messa solenne per la Festa di Santa Maria della Salute, come potrebbe essere stata celebrata il 21 novembre 1631 nella veneziana Basilica di San Marco (dove il compositore cremonese ricopriva il ruolo di maestro di cappella).
Interpretazioni che risultano frutto di un lavoro completo e puntiglioso, originato dalla necessità di una contestualizzazione storica dell'opera musicale " mediante il confronto della partitura con il panorama culturale e sociale in cui è nata " insieme con l'esigenza di sottolineare nel contempo il valore assoluto e sovratemporale che questi capolavori hanno profondamente inscritto nel loro patrimonio genetico. Quella straordinaria forza espressiva che Monteverdi ha saputo trasfondere nei grandi mosaici sonori dei salmi come nel clima riflessivo dei mottetti, nella mirabile sintesi tra polifonia fiorita tardo-rinascimentale e il canto monodico proto-barocco, facendo sfoggio delle più disparate tecniche compositive e delle cangianti prospettive formali offerte dallo "stile da concerto", o ancora opponendo in tutte le combinazioni possibili le voci soliste al coro e alle diverse sezioni strumentali.
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