Anche nella Rete dei cristiani e delle Chiese si avvicina il Natale, cosicché negli ultimi giorni una piccola porzione di link (piccola come il 7%, contro un "Francesco feriale" ancora più forte del solito: 40%) porta traccia del dickensiano "spirito" di questa festa che la liturgia ci sta per proporre e che la cultura e la tradizione hanno così ben radicato nelle nostre vite.Certo, ognuno con la sua testa, il suo cuore e le sue viscere. Chi è preoccupato che un preside proibisca la messa prenatalizia in orario scolastico e che è contento che alla Stazione ferroviaria si allestisca nuovamente un presepe. Chi suggerisce di regalare gesti di solidarietà, e si offre come tramite, e chi esibisce con sdegno una "idea-regalo" che, se non fosse blasfema, basterebbe il pessimo gusto a farla dimenticare.E poi ho letto, sul blog "Piovono miracoli" ( http://tinyurl.com/m9lld97 ) rilanciato da Costanza Miriano, di un ragazzino. Al quale un piccolo amico, morto da poco, in sogno ha raccontato di aver raccolto in una palla di vetro le lacrime versate al proprio funerale, di aver fatto una specie di presepe con le figure dei suoi cari e di averlo chiuso in quella palla insieme a della "neve", così che quando ribalta la palla la neve – che è la sua preghiera di intercessione – scende sulle persone amate.E di un ergastolano. Si chiama Carmelo Musumeci, e anziché ricevere una misericordiosa visita, prima di Natale, la farà: a papa Francesco, al quale, nell'attesa dell'incontro, si rivolge, dal suo blog ( http://tinyurl.com/psf98tk ) che ho raggiunto tramite Korazym, con parole come queste: "Non so cosa incontrerei nell'aldilà, ma di sicuro non vivrei una vita inutile come adesso». «Ti svelo che (…) non posso più continuare a vivere senza la speranza di esistere».Entrambi a proprio modo, aspettano il Natale. Tutti e due, sperando contro ogni speranza.
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