La notizia è di quelle confortanti, almeno da un certo punto di vista. Il vino del 2004 sarà ottimo e abbondante. Oltre le apparenze, questa è una vera e propria notizia economica. Un buon vino e una bella vendemmia, fanno bene ai bilanci di un comparto che rimane ai primi posti nell'economia agroalimentare italiana e mondiale, ma che deve fare i conti con una situazione contingente difficile e incerta. Stando ai dati diffusi in questi giorni da Assoenologi (l'Associazione dei tecnici del vino), nel 2004 si produrranno circa 53 milioni di ettolitri di vino (+20% rispetto allo scorso anno). Dopo due anni di forte decremento, quindi, i vitivinicoltori sarebbero riusciti a tornare sui livelli medi del periodo 1994/2003. E, oltre a questo, pare anche che le uve e i vini che ne deriveranno siano di «grande pregio».
Anzi di più. Per i vini bianchi si parla dell'annata migliore degli ultimi vent'anni; per quelli rossi di un raccolto simile a quello prestigiosissimo del '97. Fin qui tutto bene, quindi, per il comparto che attualmente vale quasi 9 miliardi di euro, di cui circa 3 miliardi di euro dati dall'esportazione. A questo si devono aggiungere almeno altri 2 miliardi di euro riferiti alla nostra tecnologia di cantina, che è la più diffusa al mondo. Al di là delle belle cifre, tuttavia, si tratta ancora di un settore in cui le piccole imprese contano molto. Oltre il 50% della produzione è detenuto dalle cooperative; le imprese in possesso di registro di imbottigliamento sono più di 30.000 ed ognuna, detiene cinque diverse etichette. Le aziende produttrici di uva in Italia sono 810.000 di cui quasi 110.000 producono Vqprd e ben 700.000 altri vini.
Ma, dietro una vendemmia che sarà da ricordare, sta un settore che deve fare ancora molto strada dal punto di vista dell'organizzazione commerciale, della promozione, delle strategie di marketing. Perché oltre tutto quanto appena detto, c'è un dato di fondo: i consumi di vino sono diminuiti e certamente non sono destinati a risalire prepotentemente nel prossimo futuro. Lo sviluppo del comparto, quindi, si giocherà sulla capacità di individuare e conquistare sempre maggiori spazi all'estero. Una strategia, quest'ultima, che, dopo un 2003 disastroso, sembra quest'anno dare buoni risultati. Nei primi 6 mesi del 2004 è stato osservato un incremento delle vendite all'estero del 10% in volume e del 5% in valore. In generale i Vqprd crescono del 6,5% in volume e dell'1,1% in valore. In questo scenario, molto decisa è pure la lievitazione dei vini da tavola che aumentano, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, del 12% in volume e dell'8% in valore. Ma continuare su questa strada non sarà facile visto che i concorrenti stranieri aumentano e la loro aggressività cresce a vista d'occhio, mentre il mercato può cambiare orientamento quasi da un mese all'altro. Occorre non dimenticare, infatti, che ormai il vino da alimento è passato ad essere un classico bene voluttuario.
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