Usare il linguaggio di TikTok, essere consapevoli dei limiti
domenica 30 ottobre 2022
Di don Ambrogio Mazzai, 31enne prete veronese, collaboratore presso la parrocchia di Porto San Pancrazio, avevo letto su “Avvenire” cartaceo del 7 settembre scorso, nella pagina speciale di “Noi – Associazione oratori e circoli”. Ma quella bella intervista di Marco Leardi toccava solo di striscio la dimensione “digitale” del suo ministero, pur evidenziandone i risultati di tutto rispetto. Su tali risultati invece hanno puntato l’attenzione, in ottobre, il TgR del Veneto ( bit.ly/3DJXWpZ ), i quotidiani “La Stampa” e “L’Arena” e il settimanale “Confidenze”, quest’ultimo ripreso da “FanPage” e da “Aleteia” ( bit.ly/3NjW5eT ). Defilato su Facebook, è TikTok il social sul quale don Mazzai è più seguito ( bit.ly/3SOExIE ) . Qui i 100mila follower del novembre 2021 sono diventati oggi 351mila, mentre i video macinano regolarmente decine di migliaia di visualizzazioni (qualcuno oltre il milione), con reazioni in proporzione. In parte li ritroviamo tra i reel sul profilo Instagram ( bit.ly/3WeyuAd ), dove i follower sono 38mila. A partire dal gennaio 2021, la crescita delle loro visualizzazioni è costante, con alcune punte da centinaia di migliaia: come uno dei molti sulla bestemmia (tema ricorrente) e come quello su chi arriva tardi a messa. La mia impressione, corroborata anche dal tenore dei commenti, è che le visualizzazioni premino gli argomenti scelti, ma ancor più il linguaggio con il quale vengono trattati. Per la maggior parte sono costruiti come risposte a domande pervenute su video precedenti. Assolutamente ortodosse quanto ai contenuti, esse sono espresse in forma lapidaria, o solo sovrascritte, o tramite un semplice cambio di espressione; oppure contengono pochissime parole. Qualche esempio dai video più popolari: in uno il sacerdote è alla guida di una costosa auto sportiva, perché «tutte le volte che non bestemmio io guadagno un euro»; in altri beve una bottiglia d’acqua, alla stregua di Jovanotti; in un altro ancora risponde con la scritta «No» alla domanda se può sposare una suora, e poi aggiunge una battuta sui matrimoni che invece può celebrare. Don Mazzai è consapevole dei limiti di questo linguaggio: «Essere esaustivi in una manciata di secondi», ha detto a “L’Arena”, «è impossibile e non credo pagherebbe. Ma serve per innescare un pensiero, provocare una reazione». © riproduzione riservata
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