
Nella settimana di Sanremo, Pluto Tv (servizio di streaming televisivo gratuito del gruppo Paramount), ha pensato di proporre alcuni dei vecchi e (per i più maturi) indimenticati «musicarelli», che furono un genere cinematografico, ma soprattutto un fenomeno, culturale, discografico e di costume degli anni Sessanta. Con la loro semplicità (si potrebbe anche dire banalità) segnarono un’epoca. Nessuno dei cantanti allora di successo sfuggì alla macchina da presa: Mina, Gianni Morandi, Adriano Celentano, Caterina Caselli, Little Tony, Al Bano, Romina Power… Le loro canzoni diventavano colonne sonore e il più delle volte anche titolo del film: In ginocchio da te, Nessuno mi può giudicare, Nel sole, Riderà! (Cuore matto), Stasera mi butto, Pensiero d’amore, Una lacrima sul viso…. Per questo i «musicarelli» (combinazione tra musica e Carosello) furono detti anche «film-canzone» e quindi in qualche modo antesignani dei videoclip. Pluto Tv ne sta riproponendo cinque. Martedì scorso il primo appuntamento è stato con un giovane Claudio Villa in versione autista di torpedone turistico e aspirante cantante nel film di Carlo Campogalliani Fontana di Trevi (1960). Mercoledì è stata la volta di Fatalità con Nino D’Angelo, un film del 1991 diretto da Ninì Grassia, interessante non certo per la qualità dell’opera (molto scarsa), ma perché rappresenta la seconda fase dei «musicarelli», quelli rinati con la sceneggiata napoletana (Mario Merola e compagni) dopo che gli altri erano finiti con il Sessantotto. Giovedì si è tornati indietro, al 1963, a Totò sexy, film di Mario Amendola in cui compare un Morandi diciottenne, che a vederlo sembra poco più che un bambino. Ieri è toccato a Urlatori alla sbarra, un vero reperto in bianco e nero del 1960 firmato da Lucio Fulci con dei giovanissimi Mina, Celentano e altri. Oggi la serie si conclude con la messa in rete di Little Rita nel West con Rita Pavone diretta da Ferdinando Baldi. Si tratta di un ingenuo «musicarello» del 1967, parodia anche di quelli che impropriamente venivano chiamati «spaghetti western» compresi i capolavori di Sergio Leone. Un’occasione comunque da non perdere, non solo per capire com’eravamo e cosa vedevamo, ma soprattutto per ritrovare un incredibile Lucio Dalla nella parte di Francis Fitzgerald Grawz che per tutto il film affianca la Pavone, mentre da metà pellicola entra in scena persino Black Star, alias Terence Hill, che finisce addirittura per innamorarsi della piccola Rita. A questo proposito va detto che i «musicarelli» arruolavano anche attori di un certo livello per dare credibilità cinematografica a storie decisamente improbabili. Oppure comprendevano una forte componente comica e di conseguenza caratteristi del caso. Oltre a Totò, si pensi, ad esempio, a quanti «film-canzone» hanno preso parte Franco Franchi e Ciccio Ingrassia.
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