L'appello arriva da un parroco della Campania, e precisamente da un paesino alla periferia di una città di medie dimensioni. Il sacerdote chiede aiuto per una famiglia che da tempo naviga in cattive acque e non sembra avere le forze per farcela da sola. Marito e moglie hanno tra i 50 e i 60 anni e da poco sono stati sfrattati dall'appartamento in cui vivevano con la figlia 18enne perché indietro con l'affitto. Ora hanno trovato sistemazione in un altro alloggio, ma non hanno nemmeno i mobili.
«Due letti, un tavolo, forniti dalla Caritas. Non hanno nemmeno la cucina e gli armadi», scrive il parroco. Per mangiare riscaldano cibo in scatola o approfittano della carità dei parrocchiani. Non hanno parenti vicino a loro e vivono in una condizione di isolamento che nuoce anche alla figlia. Il padre riceve un sussidio dal Comune, e in cambio svolge piccoli lavori di giardinaggio, ma l'assegno è davvero poca cosa e comunque non sufficiente per affrontare il futuro con serenità. Entrambi i coniugi soffrono di qualche disagio psichico non curato, che nel tempo è diventato anche disagio socio-economico. La figlia frequenta l'ultimo anno delle superiori e aiuta come può, ma la situazione è troppo grande per lei. «Come parrocchia provvediamo ad alcune esigenze – scrive ancora il sacerdote –, lo stiamo facendo già da qualche tempo, ma non riusciamo a rispondere a tutte le necessità».
Per aiutare questa famiglia provata dalla vita si può contribuire anche con una piccola somma: il ricavato di questo appello servirà ad acquistare almeno la cucina e a ridare un briciolo di speranza nel futuro.
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