Una docu-inchiesta sulla regina dei gorilla
mercoledì 20 dicembre 2017
Gorilla nella nebbia è stato un film di successo del 1988 con la regia di Michael Apted e l'interpretazione di Sigourney Weaver che ha meritato un Golden Globe e una nomination agli Oscar. Gorilla nella nebbia è prima ancora l'autobiografia scritta nel 1983 da Dian Fossey, zoologa statunitense, nata a San Francisco nel 1932 e brutalmente uccisa sui Monti Virunga in Ruanda nel 1985. Gorilla nella nebbia: la vera storia è ora un documentario in onda in tre puntate il lunedì alle 21,55 su National Geographic (canale 403 di Sky). Rispetto all'autobiografia di partenza sia il film che il documentario aggiungono le testimonianze sul misterioso assassinio dell'autrice per cui fu condannato in contumacia dal tribunale ruandese un suo assistente. In realtà l'omicidio è tuttora senza un vero colpevole (forse è da ricercare tra i bracconieri), mentre di Dian Fossey restano soprattutto gli ultimi 18 anni della sua vita dedicati a salvare i gorilla dall'estinzione e a cambiare la natura del rapporto tra l'uomo e questi animali di notevoli proporzioni, ma relativamente pacifici e tranquilli. «Nessuno ha amato i gorilla più di lei», si legge nella lapide della sua tomba. «Sapevamo che aveva dei nemici, ma non meritava di morire così», dicono i testimoni. Nel documentario l'indagine giornalistica sulla morte della ricercatrice si alterna alle tante immagini inedite della Fossey alle prese con i gorilla. Ed è questa, sicuramente, la parte più interessante del prodotto di National Geographic. Curioso il modo di attirare l'attenzione degli animali ripetendo le movenze delle scimmie. «Mi sento una pazza - dice Dian -, ma questa tecnica mi sembra funzionare». E se i gorilla si alzano su due zampe per dominare, Dian imparò a sottomettersi strisciando al suolo. Fatto sta che riuscì a entrare in contatto con loro, a instaurare un rapporto, a farseli amici, ad adottarli. Il tutto documentato dalla macchina da presa del fotografo Bob Campbell di cui Dian finì per innamorarsi. Ma lui, sposato, se ne tornò a casa. Mentre lei, alta e goffa come la descrivono i biografi, pensò che gli animali sono meglio degli uomini. Concetto più che discutibile, ma comprensibile per chi, dopo un'infanzia difficile e solitaria, diventò per alcuni la donna che vive nella foresta senza un uomo, ma per i più “la regina dei gorilla”.
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