Milano, marzo – Sono cose di cui non si scrive sui giornali. Cose minori che si ripetono uguali, ogni anno. Una mattina serena, dopo tanta pioggia. È successo all'improvviso. Dalla finestra dello studio, esposta a nord-est e senza sole d'inverno, per la prima volta ieri ne è entrato un raggio. I gatti di casa sono arrivati subito, come misteriosamente convocati: e sdraiati sulla scrivania se ne sono fatti accarezzare, socchiudendo beati gli occhi d'oro. (Il raggio, ho registrato fra me, è tornato il mio raggio, quello che a marzo si fa strada nel nostro angusto cortile). Poi, appena fuori dal portone,quell'aria che ti senti sulla faccia, diversa – con dentro echi di cosa? Di erba, di terra intiepidita dal sole. E questa luce chiara, che quasi ti fa chiudere gli occhi, e netta, che fa brillare i colori.Ma è al Parco Sempione, che in una notte la nuova aria ha compiuto la metamorfosi: le forsizie, di colpo, sono tutte fiorite. Erano cespugli secchi, e ora sono una esplosione di oro. E ti accorgi allora che ovunque vai, dove c'è appena un angolo stretto di giardino dietro ai cancelli, anche lì ecco le forsizie radiose. (Che si parlino, tra loro? Che si siano messe d'accordo? Mi immagino, nel silenzio della notte, l'aprirsi contemporaneo di migliaia di fiori).Al mercato rionale vendono i ciclamini, rosa o bianchi, e sembrano farfalle addormentate sugli steli. Le donne passano, li guardano, vanno oltre – ritornano sui loro passi, sedotte. Per cinque euro se li portano a casa; e già li vedi, sui davanzali e i balconi, avanguardie di vedetta del marzo che avanza.E a casa, poi, la luce chiara, nascente, illumina angoli in cui improvvisamente scorgi la polvere. E le tende alle finestre non sono, in questa luce nuova, candide. E allora ti prende un furore gentile per cui rivolti le stanze, butti ciò che è vecchio, e decidi che è ora di dare ai muri una mano di bianco; pregustando l'odore acre di pittura che si allargherà poi nelle stanze. Cos'è questa femminile frenesia di ripulire e rinnovare, se non istinto di nidificazione? Scattato al comando della giovane luce, dentro a una trama antica. Lo hai visto, da bambina, all'opera in tua nonna e in tua madre; ed ecco tua figlia, sedici anni, che entra in casa, fresca come una folata di vento: «Mamma, ma hai sentito, fuori, quest'aria?». E tu, quest'aria l'hai ritrovata ormai tante volte. Eppure anche quest'anno ti commuove, la promessa che si compie. La fedeltà delle forsizie, puntuali, e del merlo che all'alba canta in cortile – spezzato d'improvviso il lungo silenzio dell'inverno, come a un arcano segnale.
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