Un piano da 120 milioni di euro per rigenerare il latte italiano
domenica 2 agosto 2015
Oltre 120 milioni di euro per rilanciare il latte italiano. Lo stanziamento è arrivato nei giorni scorsi dal ministero delle Politiche agricole ed è stato accolto con soddisfazione pressoché da tutto il mondo della produzione e della trasformazione lattiero casearia. È una boccata d'ossigeno per un comparto che teme le ripercussioni di mercato dovute alla fine del regime delle quote latte e che continua ad attraversare una fase di ristrutturazione iniziata ormai anni fa ma ancora da concludersi pienamente.Clima buono, quindi, quello che si respira nelle stalle nostrane. Anche perché, intanto, come ha fatto notare Coldiretti, proprio in virtù delle misure decise dal Governo in termini di Iva sul prezzo, le industrie di trasformazione hanno dato loro disponibilità per la ripresa delle discussioni sul prezzo del latte.Ma il piano del Governo ha più obiettivi su più fronti, ben al di là delle quotazioni di mercato del prodotto. Soprattutto in vista dell'incontro europeo del 7 settembre prossimo che dovrà prendere in considerazione lo stato del comparto in tutta l'Unione. L'esecutivo mette in campo per il settore del latte investimenti complessivi che, come si è detto, superano i 120 milioni di euro nel triennio fino al 2017. Queste misure si aggiungono agli interventi già stabiliti con la recente approvazione della Legge Agricoltura (91/2015), che prevede tra l'altro l'attuazione della rateizzazione in 3 anni senza interessi e l'ampliamento delle possibilità di compensazione tra produttori per le multe dell'ultima campagna con il sistema delle quote. Fondi che dovranno riuscire a sostenere l'indebitamento degli allevatori, alzare il prezzo del prodotto, avviare un piano nazionale di promozione del latte fresco, spingere le esportazioni e aiutare la creazione di impianti di biometano per lo sfruttamento energetico degli allevamenti. Le decisioni prese riguardano anche il sostegno degli accordi interprofessionali e della trasparenza dell'intera filiera. Da questo punto di vista, al di là delle informazioni al consumatore, fa pensare, perché indica quanto occorra ancora lavorare, la sottolineature della necessità di stipulare sempre contratti scritti con l'espressa indicazione del prezzo e della durata minima di 12 mesi.L'obiettivo generale è stato chiarito dallo stesso Maurizio Martina, ministro per le Politiche agricole, che ha illustrato la volontà di «tutelare i 35 mila allevatori italiani e le loro stalle». Per questo – ha aggiunto –, «siamo pronti a mettere in campo un intervento mai realizzato prima, con azioni che il settore attendeva da anni». Si tratta, come è evidente, di un piano complesso è articolato, certamente ambizioso ma che vale la pena perseguire e sostenere. Si è partiti bene. Adesso saranno i passi successivi a dover confermare le buone intenzioni, di tutti.
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