La 36ª Congregazione generale della Compagnia di Gesù si è aperta domenica scorsa ( tinyurl.com/hbvr8r2 ), e anche per questo non sono state molte, sinora, le parole che la Rete dell'informazione ecclesiale le ha dedicato. Ma l'evento è di peso: si svolge con cadenza pressoché decennale (dalla fine del Concilio questa è la sesta) per elaborare le linee generali della vita dei gesuiti e, nel caso (come questa volta), eleggere il preposito generale.Merita perciò la "fatica" di una lettura in inglese (almeno per ora...) l'intervista di Austen Ivereigh a padre Antonio Spadaro uscita domenica su "Crux"( tinyurl.com/zrjo9rv ). Austen Ivereigh è uno dei più noti, esperti e stimati osservatori religiosi di area anglofona e conosce bene, anche per storia personale, i gesuiti. "Crux" è il sito statunitense specializzato in informazione religiosa che, con il cambio di editore (da "laico" a "religioso") e di formula, ha corretto il sottotitolo: non più l'ambizioso «tutto quanto è cattolico» ma un selettivo «tastare il polso cattolico». Antonio Spadaro non ha bisogno di presentazioni: lo stesso Ivereigh dice che è considerato «il gesuita che forse meglio conosce e comprende papa Francesco».Infatti la "novità" di questa 36ª Congregazione è che si svolge mentre un confratello gesuita è, per la prima volta nella storia, Papa. A partire da questa circostanza e senza fare sconti all'interlocutore l'intervista finisce per spaziare su un orizzonte largo quanto l'oggi della Chiesa. Bastino tre parole chiave: discernimento, missione, frontiera. Un'ottima introduzione per chi vorrà seguire questa assemblea, e anche un rigoroso antidoto a uno dei frutti indigesti del dibattito ecclesiale, da che è stato eletto Papa il cardinal Bergoglio: il rinnovato utilizzo del pregiudizio contro i gesuiti, che pareva ormai relegato alla storia, ai dizionari ( tinyurl.com/zwumotw ) e a qualche innocua barzelletta di sacrestia.
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