Il vino sarà più di quello dello scorso anno. Occorrerà capire se sarà anche più buono. Clima permettendo, ovviamente. Le premesse per un'annata di tutto rispetto ci sono comunque tutte. Il giudizio finale sarà quello delle cantine e dei mercati, soprattutto quelli mondiali. È la sintesi dell'Italia vitivinicola 2018, che in questi giorni ha iniziato a far parlare gli osservatori, con l'avvio della vendemmia in Franciacorta.
Un dato positivo c'è già. Coldiretti ha fatto notare che le esportazioni sono cresciute del 5,9% rispetto allo scorso anno. Cosa buona, soprattutto pensando che buona parte della ricchezza enologica nostrana si forma oltre confine. I produttori hanno comunque da affrontare non solo la concorrenza avversa (e non sempre leale), ma anche i sommovimenti di politica economica internazionale. La guerra dei dazi fra Cina e Usa può forse avere ripercussioni anche sulle nostre vendite; più in generale il vento protezionistico che sta attraversando il mondo non è quello che ci vuole per le vendite all'estero delle nostre etichette. I coldiretti se la prendono anche con gli accordi che l'Europa sta stipulando con alcune aree di mercato. «A preoccupare per il futuro – ha spiegato una nota –, sono i rischi connessi agli accordi internazionali siglati, o in via di definizione, dall'Unione Europea, dal Ceta con il Canada fino al Mercosur con i paesi sudamericani, dove sono centinaia le Doc italiane che potrebbe rimanere senza tutele». È una lotta dura su tutti i fronti quella che aspetta i vitivinicoltori dello Stivale verde.
A fare ben sperare per ora sono i primi numeri previsionali. Sempre secondo Coldiretti, ci si aspetta una vendemmia più alta del 10-20% rispetto a quella del 2017. Le proiezioni dell'Osservatorio del vino dell'Unione italiana vini (Uiv) e dell'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea), stimano una produzione variabile su una forbice di 47-49 milioni di ettolitri, ma comunque nettamente superiore ai 42 milioni dello scorso anno. Confagricoltura indica una buona qualità e aumenti tra il 5 e il 25% a seconda della regioni. Una «buona vendemmia, salvo imprevisti meteo», in particolare per il Veneto e per il Nord Est, è delineata da Veneto Agricoltura, con una produzione in aumento (+12/15%, ma con punte anche superiori) e di buona qualità. Rimane poi il quadro consolidato di fondo che descrive un settore che vale oltre 10,6 miliardi di fatturato, che offre lavoro nella filiera a 1,3 milioni di persone tra quelle impegnate direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale e quelle presenti in attività connesse e di servizio, che conta circa 310mila aziende agricole, quasi 46mila aziende vinificatrici su una superficie a vite di 652mila ettari.
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: