Tutti coltivatori. L'orto "fai da te", comunale o da balcone, genera economia
domenica 29 aprile 2018
Di gran moda. Pare essere così l'orticoltura nostrana. E non tanto per il giro d'affari miliardario determinato dal suo mercato, ma soprattutto per la tendenza a coltivarsi le cose da se'. Uso diffuso a quanto pare, tanto da generare a sua volta un mercato notevole, e che indica chiaramente l'attenzione degli italiani all'alimentare. Con tutte le cautele del caso.
A fare i conti è stata la Coldiretti che ieri ha celebrato la Giornata nazionale dell'orto partendo dalla constatazione che più di sei italiani su dieci (il 63%) pare dedichino una buona parte del loro tempo libero alla cura di verdure, ortaggi, così come di piante e fiori in vaso o nella terra. Siamo talmente tutti un po' coltivatori diretti che il mercato dei cosiddetti hobby farmers fra mezzi in miniatura, piante, fiori e sementi pare arrivi alla bella cifra di 2,5 miliardi di euro con 100mila addetti in 27mila aziende impegnate nella coltivazione di oltre 2.000 specie vegetali. Senza contare il fenomeno degli orti pubblici in città cresciuti del 36% in cinque anni. Secondo quanto elaborato dai coltivatori (su dati del rapporto Ambiente urbano 2017 di Istat), si è arrivati al primato di 1,9 milioni di metri quadri di terreno di proprietà comunale, divisi in piccoli appezzamenti e adibiti alla coltivazione familiare. Fra le aree in prima fila, quelle del Centro e del Nord Italia. Anche nei grandi centri urbani, con buona pace dell'inquinamento a base di polveri sottili e d'altro. In crescita esponenziale è d'altra parte un'infinita varietà di "orti": dall'orto portatile da tenere con sè anche in ufficio a quello verticale per risparmiare spazio nelle case, dall'orto "ecologico" per riciclare materiali e non inquinare a quello rialzato per chi ha maggiori difficoltà a piegarsi. C'è naturalmente anche una certa parte di famiglie che si dedica al "riciclo" di appezzamenti ereditati e magari dimenticati per decenni.
Moda che diventa economia, dunque. Sull'onda della ricerca del mangiare bene e soprattutto sano. E del "fai da te" alimentare. E che fa proprio dell'ortofrutta uno dei comparti dove l'attenzione e la domanda sono più alte. A testimoniarlo sono anche i numeri del mercato interno che nello scorso anno, secondo Ismea, hanno fatto registrare aumenti che oscillano dal 3 al 4% a seconda della tipologia di prodotto. Proprio questi numeri, tuttavia, servono per non confondere il passatempo ortofrutticolo della domenica con il reale settore dell'ortofrutta nazionale, fatto di imprese vere, che sanno stare sul mercato, che curano salubrità e logistica del prodotto. Ben altro rispetto al "pomodoro da ufficio e da appartamento" che dir si voglia.
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