Hanno iniziato a muoversi oltre due giorni fa e arrivano a destinazione oggi: 350 capi bovini, 80 chilometri di strada, due giorni di cammino, tutti insieme uomini e animali, fino a Bressanvido (nel Vicentino e nel Veneto agricolo più profondo). Ad aspettare la discesa, oggi ci saranno circa 20mila persone per un evento che è il paradigma di quella buona agricoltura che molti dicono si sia persa e che, invece, è lì a rinnovare il passato nel presente. Quella della transumanza è, d'altra parte, una storia che si ripete da secoli e che conserva ancora oggi tutto il suo fascino oltre che un forte significato economico.
Bressanvido, dunque. Pura economia agricola che si concretizza nelle Latterie Vicentine: cooperativa storica (aderisce a Confcooperative) oggi fra le prime a livello nazionale per la produzione di latte e derivati. Basta pensare che dalle Latterie arriva il 56% di tutto l'Asiago Fresco (o Pressato) e il 4% dell'Asiago Stagionato; si aggiungono poi il Brenta Fresco e Stagionato, il Castelgrotta, il Pan di Formaggio e la Fetta Bruschetta (in un'altra sede si produce anche il Grana Padano Dop). Le 350 vacche oggi arrivano proprio lì: nel piazzale della cooperativa, addobbato a festa. Perché in effetti è una festa quella della transumanza che, come si è detto, vuol dire anche molto dal punto di vista economico. Ogni anno le Latterie Vicentine raccolgono qualcosa come un milione e 122mila ettolitri di latte che, tradotti, significano un fatturato di 72 milioni di euro. Tutto per merito di circa 350 soci (e delle loro vacche) e dei 97 dipendenti che, insieme, sono capaci di produrre qualcosa come oltre 458mila forme di Asiago e circa 66.700 di Grana Padano. Festa, quindi, che non termina con l'arrivo di una mandria come ormai poche se ne vedono, ma che continuerà per tutta la settimana fino a domenica 6 ottobre con il taglio di una forma di formaggio di due metri di diametro e di una tonnellata di peso. È il Formaggio della Transumanza frutto del lavoro di 11 casari e 11mila litri di latte. Al primo taglio della super-forma ne seguiranno altri per una vendita il cui ricavato sarà devoluto in beneficenza ad alcune realtà del territorio. Già, perché al connubio felice di tradizione e modernità contadina non sfugge l'attenzione agli altri. Così, quella che solo oggi molti scoprono – la responsabilità sociale d'impresa –, fra allevatori e casari pare essere cosa nota da tempo.
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