Le cerchiamo. Ad esempio nelle combinazioni con cui ci incontriamo. Le chiamiamo coincidenze. Succede che ci tocca provocarle se proprio non ci arrivano schiette, ma alla fine un poco tutti ci crediamo.E se a qualcuno non sembra una cosa seria possiamo ricordare il caso che ci ha fatto trovare e forse all'inizio sfidare, lo scompiglio di un riparo arrivato senza avviso, una strada su cui la nostra vita si è finalmente distesa. Dopo tanto combattere e andare, abbiamo trovato un ricino sotto cui riparare.Il filo forse lo mettiamo noi, si può chiamarla immaginazione, desiderio che fa stormo dei ricordi e vediamo angeli dove altri solo il nero della notte.Ma può essere grazia, una fede data, ogni giorno ritrovata e qualche sera di nuovo perduta, poi allentata, nelle assenze di un nostro sparire, tracce che non sappiamo vedere e neppure lasciare, per qualche eccesso di dolore che ci mescola e offende.E pensiamo di essere soli.Poi di nuovo le ritroviamo, tracce di un bimbo che si è consegnato, prima non c'erano perché era portato, poi avanti a noi ha camminato leggero, gattoni, poi in piedi, e poi dodici lo hanno accompagnato, una folla in un punto, una folla, quante tracce hanno lasciato. Poi no. Alla fine Lui sì era solo. Ma sentiamo, siamo sicuri che è Lui che ci ha accompagnato.
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