Techetechetè ok, format “rivedibile”
mercoledì 21 agosto 2019
Evitiamo la retorica di definire Techetechetè il programma che più di ogni altro contrassegna l'estate televisiva (anche se poi è così davvero). Approfittiamo invece per raccogliere l'invito di chi consiglia il periodo delle vacanze per fare un bilancio dell'anno trascorso e darsi qualche obiettivo per quello futuro. Del resto anche in televisione agosto rappresenta lo spartiacque tra la vecchia e la nuova stagione. Può succedere allora che questo mese ci offra del tempo in più per riflettere a freddo (ironia del periodo) proprio su alcuni programmi, a partire magari da quello estivo per antonomasia: Techetechetè, appunto, in onda tutti i giorni su Rai 1 dopo il Tg delle 20, per garantire all'ammiraglia della tv pubblica un degno access prime time dei mesi caldi, ovvero un buon traghettatore verso la prima serata di Rai 1 da giugno a metà settembre, che è anche il periodo in cui la tv dà fondo ai magazzini. In questo caso alle Teche Rai, che abbiamo sempre e comunque considerato molto preziose. Seguiamo l'operazione dal 2012, da quando Techetechetè ha debuttato. Lo abbiamo visto crescere. In tutti i sensi. Del resto dalla mezzoretta iniziale si è passati ben presto ai quarantacinque minuti e oltre. Più che un access ha finito per diventare un vero e proprio prime time, soprattutto quest'anno con le tante serate monografiche che proseguiranno, come una sorta di lunga torta di compleanno, anche nei prossimi giorni con Carlo Verdone, Gigi Proietti e tanti altri fino al gran finale, il 15 settembre, con lo speciale dedicato a Fiorello che chiuderà l'edizione 2019. Nel corso degli anni ci sono state anche innovazioni (il conduttore, il quiz...) e tante puntate che abbiamo visto con particolare piacere. È dall'anno scorso, però, che avvertiamo un po' di fatica nel seguire un programma dal buon ritmo, ma dalla lunghezza complessiva in aumento. Per cui, tornando alla questione iniziale, possiamo dire che il bilancio di Techetechetè è senz'altro positivo. Ma guardando al futuro sarà bene ripensarlo o metterlo a riposo. Non basta più assemblare il materiale di repertorio con precise logiche e tecniche di montaggio per svecchiarlo. Le capriole nostalgiche non si possono fare all'infinito.
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