Il trasferimento dalla provincia alla grande città non ha portato fortuna alla famiglia R. Ci scrive un parroco di Roma, presentando una situazione «di grave difficoltà e che desidero aiutare». La storia è quella di sempre: madre e padre chiudono il negozietto che non dava più risorse per vivere e si trasferiscono con il figlioletto nella Capitale. Entrambi trovano lavoro in una società che gestisce mense ospedaliere. Dopo qualche anno tranquillo, arriva la pandemia e la crisi economica: la ditta perde l’appalto, chiude e manda a casa tutti i dipendenti senza nemmeno la liquidazione.
Il figlio oggi ha 22 anni e soffre di emofilia, ereditata dai nonni materni. La malattia lo costringe a continue trasfusioni di sangue e a visite specialistiche in una città del Nord Italia, «La famiglia – scrive il parroco – vive in affitto in un alloggio in periferia, ma sulla loro vita pesano grossi debiti che non riescono a ripagare». Il padre, 65 anni, ha fatto domande di lavoro ovunque senza successo, la moglie Rita va saltuariamente ad assistere persone anziane, ma nonostante la buona volontà questo non basta a risollevare la situazione economica. «Chiediamo un aiuto che permetta alla famiglia di ripianare i debiti che la soffocano e di affrontare le spese più urgenti, specialmente i viaggi per le cure del ragazzo». Si può aiutare anche con un piccolo contributo, utilizzando il Conto corrente postale 15596208 intestato ad Avvenire, “La voce di chi non ha voce”, piazza Carbonari 3, Milano. Assegni intestati ad Avvenire, “La voce di chi non ha voce”.
Si può anche fare un versamento ad Avvenire Nei Spa - La voce di chi non ha voce - Banco Bpm Iban IT05Y0503401741000000012201.
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