Il tema del prossimo Sinodo è «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale», ma tutti parliamo, sin dall'inizio, di «Sinodo dei/sui giovani». E siccome tutti associamo i giovani al digitale, sin dall'inizio abbiamo pensato che la fase preparatoria potesse cogliere dal digitale frutti altrimenti inaccessibili; ciò che in parte è accaduto attraverso i canali predisposti, nel corso del 2017, tanto dalla Segreteria generale, quanto da varie Conferenze episcopali. La piattaforma #Giovani&Chiesa, che è online da lunedì 24 settembre ( tinyurl.com/y92dmxgd), sposta invece il triangolo Sinodo-giovani-digitale direttamente sullo svolgimento dell'assemblea, la cui apertura è alle porte. I suoi buoni propositi parlano infatti prima di tutto di far ascoltare, ovvero di «amplificare nel continente digitale messaggi dal Sinodo, affinché tutti possano sentirsi “uditori”», e poi di «dare la parola proprio a partire da quei messaggi, ovvero permettere l'espressione di attese, opinioni e storie, e l'instaurarsi di dialoghi». L'idea è del Centro di orientamento pastorale (Cop) ed è stata realizzata con la complicità del Servizio Cei per la pastorale giovanile e della diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo. Naturalmente non si può capire come funzionerà sino a quando il Sinodo non sarà cominciato. Frattanto però si vede che lo strumento predisposto è stato molto pensato e conseguentemente è molto articolato. È evidente che non lo si vuole assolutamente esporre a quelle forme di espressione trancianti e volgari che talvolta infestano blog e social network. Si capisce anche, dalle «stanze laboratoriali» previste, che i giovani dei quali intende fare degli attivi «uditori» del Sinodo sono quelli che con la Chiesa hanno già una qualche familiarità: attraverso la scuola (immagino avvalentisi dell'Irc), la parrocchia e addirittura il seminario. Esplicito lo slogan: «Tagga il Sinodo: ascolta, pensa, esprimiti, dialoga»; gradevole il logo, anche per chi non vi riconoscerà subito uno smart watch.
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: