Novembre 2001, Francia - L'abbazia cistercense di Sept-Fons, nell'Allier, fu fondata nel 1132 da Guglielmo e Riccardo de Montbard, parenti di san Bernardo. È grande, massiccia, circondata da 90 ettari di terra nera. Lontano, i fumi delle ciminiere della Peugeot arrossano l'orizzonte. In questo 2001 oltre metà dei 70 monaci hanno poco più di vent'anni: una rinascita. Tanto che hanno osato una fondazione audace: un monastero nell'Est, in Boemia, Repubblica Ceca.Stamattina con uno di loro parto da qui per raggiungere il cantiere di Novy Dur. Oltre mille chilometri. Nevica molto forte, procediamo adagio su una vecchia Ford attraverso la Baviera. Nelle campagne bianche mi immagino com'era il cammino di Bernardo e dei suoi, a cavallo per le foreste di un'Europa inselvatichita, verso una nuova fondazione. Come dovevano essere immense le distanze, e rare le cascine, e benedetto, un focolare.In autogrill la gente si volta a guardare il monaco in saio. In Boemia, dei ragazzini lo fisseranno sbalorditi, come fosse un marziano. Penso fra me: quante rivoluzioni, francese, russa, e il socialismo reale, e il nazismo. Tutto è venuto, e andato. I cistercensi, novecento anni dopo, ritornano.I tergicristalli faticano a spazzare via la neve, e nel candore il tempo sembra annullato.
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