Da quando le notizie corrono anche nel mondo digitale, rintracciarne l'origine è diventato più facile. Solo che noi stiamo diventando sempre più pigri. Così, sempre più spesso, ci accontentiamo. Dei titoli. Di frasi estrapolate. Di un tweet. Di un commento social. Di un post su Facebook (a patto che non sia troppo lungo). Vogliamo essere «informati» ma abbiamo sempre meno tempo. Così corriamo. Di notizia in notizia. Indignandoci anche se non l'abbiamo letta fino in fondo ma solo «assaggiata» o (peggio) «percepita».
Jean M. Twenge, docente di psicologia all'Università di San Diego, ha scritto un libro dove sostiene che le conseguenze degli smartphone e dei social media saranno devastanti, soprattutto sugli adolescenti. Non so se sarà davvero così (anzi, mi auguro il contrario) ma ogni giorno sembra di stare in un sistema «fuori fase».
Prendete la storia degli inglesi e del prosecco. Due articoli web di due giornali inglesi, «Daily Mail» e «Guardian», hanno ripreso con toni diversi l'allarme di un dentista sul fatto che «il prosecco fa male ai denti». Il «caso», rilanciato dalle nostre agenzie di stampa, ha fatto infuriare due Governatori, un ministro e varie associazioni. E con loro migliaia e migliaia di italiani che sui social hanno scritto commenti contro i «nemici inglesi», esibendo a tratti una violenza inaudita. La notizia l'avete letta, ascoltata, intravista sui social. Quindi, sapete tutto. Sicuri? Partiamo dalle due testate inglesi incriminate. L'articolo del «Guardian» è surreale e pieno di «humor inglese» (che a me non fa ridere, ma agli inglesi pare di sì). Quello del «Daily Mail» è invece allarmistico.
Non so se l'attacco al prosecco sia stato fatto davvero per rafforzare i prodotti inglesi (in questo caso la birra), davanti al crescente successo anche in Inghilterra di questo nostro vino. Ma da consumatore mi sono chiesto: davvero il vino bianco rovina i denti? Così ho fatto una semplice ricerca su Google mettendo le parole «vino bianco denti». E ho trovato un articolo della Bbc (la prestigiosa Bbc), intitolato: «Il vino bianco danneggia i denti». È del 20 ottobre 2009 . Allora fu ripreso e rilanciato anche dai media italiani come il Corriere della Sera ma in Italia nessuno protestò. Eppure lo studio citato (tedesco e non inglese, questa volta) sosteneva la «stessa» tesi: i vini bianchi, che hanno maggiore acidità, rovinano i denti più di quelli rossi.
Questo accadeva il 20 ottobre 2009, otto anni fa. Facebook era nato da poco e nessuno parlava di «fake news» e non perché non esistessero. Di allarmi simili in questi anni ce ne sono stati molti altri. Solo che la Brexit era ancora lontana. E poi «l'accusa» era generica. Contro «il» vino bianco, non contro «un» tipo preciso di vino bianco. Ora che l'accusa è stata rivolta al Prosecco è stata bollata come «una fake news», cioè come «una falsa notizia». Non so voi, ma a me non viene da sorridere.
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