Sedici confraternite, duemilacinquecento confrati che sfilano compatti a passo lento e in assoluto silenzio. Un vero e proprio grande corteo funebre. È la processione del Venerdì Santo a Enna, nel cuore della Sicilia. Una tradizione ereditata dagli spagnoli e ancora capace di incutere rispetto, provocare emozioni ed elevare lo spirito. Un rito sacro che si inserisce nei numerosi altri che caratterizzano l'intera Settimana Santa e che l'Unesco ha dichiarato Patrimonio dell'umanità. Un'eccezionale esempio di devozione popolare che I viaggi del cuore, il programma di Rete 4 condotto da don Davide Banzato la domenica alle 9.00, ha proposto l'altro ieri a distanza di appena sette giorni da un altro grande esempio di manifestazione comunitaria di fede in terra siciliana: le celebrazioni in onore di Sant'Agata, patrona di Catania. Raccontare la religiosità diffusa è uno degli obiettivi di un format semplice, ma non per questo meno efficace. Ogni puntata (che precede l'ormai tradizionale Messa in diretta alle 10.00) è introdotta e punteggiata dal giovane sacerdote-conduttore, volto noto, avvezzo alla tv, che si presenta in primi piani con la giusta luce, sullo sfondo di un lago, per annunciare, a partire da una citazione (Madre Teresa, Alda Merini...), il tema del giorno. Dopo di che inizia il viaggio vero e proprio tramite un racconto senza intermediazione giornalistica: parlano direttamente le immagini e gli intervistati (a Enna il parroco del Duomo, i responsabili delle confraternite, ma anche la gente comune per una sorta di vox populi sulla pietà popolare). A intervallare la narrazione, la presentazione di un libro, la riflessione di Chiara Amirante (fondatrice della comunità Nuovi orizzonti di cui don Davide è assistente spirituale) e l'intervento del direttore di “Famiglia cristiana”, don Antonio Rizzolo, che in forma di editoriale presenta gli argomenti principali del settimanale che a sua volta accompagna I viaggi del cuore con una serie sui percorsi dell'anima. Nell'insieme il programma di Rete 4 punta l'obiettivo sulla dimensione religiosa dell'uomo contribuendo alla conoscenza e alla difesa di tradizioni che testimoniano una devozione popolare tutt'altro che folkloristica.
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