“Studio Uno” melò e nostalgia
giovedì 16 febbraio 2017
“Dadaumpa”, “Da Da Umpa”, “Da-da-un-pa”... Dubito che qualcuno sappia come si scrive. Ma non è questo che conta. Quello che conta è che la canzone senza senso delle Gemelle Kessler abbia di fatto segnato un'epoca. E che ancora, a distanza di oltre mezzo secolo, quell'epoca la si ricordi con quella canzone e con quel balletto delle spilungone tedesche con le calze grosse e nere della serie “vedo non vedo”. Altri tempi. Del resto, «con un cocktail di rugiada e gin / dentro il calice di un fior / la petunia fa cin cin se le canti il da-da-umpa...», andava bene tutto. Era un'Italia diversa, che grazie al boom economico guardava al futuro con ottimismo e vedeva nella tv il mezzo privilegiato per realizzare il sogno della propria vita. Come le tre ragazze protagoniste di C'era una volta Studio Uno, la miniserie firmata dalla Lux Vide in collaborazione con Rai Fiction, in onda su Rai 1 lunedì e martedì in prima serata. Giulia (Alessandra Mastronardi), Rita (Diana Del Bufalo) ed Elena (Giusy Buscemi) si ritrovano nella mitica Via Teulada all'inizio degli anni Sessanta. Giulia entra nel servizio opinioni, Rita come sarta (ma vorrebbe fare la cantante) ed Elena come ballerina nel corpo di ballo. Intorno a loro, soprattutto alle loro tormentate vicende amorose più che a quelle televisive, ruota la fiction che prende spunto dal memorabile varietà della Rai, reso tale non solo dalle Kessler, ma anche da Mina e dall'intuito di Guido Sacerdote e Antonello Falqui con Ettore Bernabei novello direttore generale. Ed è curioso che adesso i figli Luca e Matilde si trovino a produrre questa miniserie con la casa di produzione fondata dal loro padre, rappresentato, per ovvi motivi, anche nella fiction. Alla tv degli anni Sessanta, però, si accenna soltanto: è una sorta di sfondo per così dire oleografico. Mentre il racconto si concentra sulla favola, come richiama in modo esplicito il “C'era una volta...” del titolo. A tratti si sfiorano toni melodrammatici molto simili, anche per vicenda, a quelli di altre fiction del tipo Il paradiso delle signore. A parte questo, come in tutte le produzioni Lux Vide, non mancano fortunatamente i valori positivi: dall'amicizia all'amore vero, anche per i figli.
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