Se la tua anima è turbata, va' in chiesa, pròstrati e prega. Se la tua anima rimane ancora turbata, va' dal tuo padre spirituale, siediti ai suoi piedi e aprigli l'anima. Se la tua anima rimane ancora turbata, ritirati allora nella tua cella, stenditi sulla stuoia e dormi!
Questo consiglio molto realistico ma non per questo meno "spirituale", proveniente dalla tradizione degli eremiti del deserto egiziano, era particolarmente caro a un famoso teologo, il card. Henri De Lubac (1896-1991). I tre gradi suggeriti per superare uno stato di tensione e di turbamento interiore hanno il loro vertice non in un'esperienza estatica che faccia quasi decollare dalla quotidianità verso cieli mistici e mitici. No, l'estremo consiglio di quell'antico maestro dello spirito è semplice e pacato: è necessario riposare, stare un po' quieti, dormire il sonno ristoratore del giusto.
Certo, sappiamo che gli stessi padri del deserto non lesinavano in sacrifici, penitenze, esercizi ascetici, Ma erano pure consapevoli che la religione non è masochismo, macerazione umiliante, autolesionismo. Ai nostri giorni come non si conosce più l'impegno severo ed esigente, così all'opposto si è perso il gusto delle piccole gioie, della serenità, della calma dopo un agire frenetico. E, perché no?, anche il piacere del sonno. I poltroni ci sono sempre stati; ai nostri giorni però dominano gli insonni, non solo per stress ma anche perché sono convinti che non possono far mancare la loro opera molteplice, non possono perdere le occasioni e così via. Dei dittatori e di certi potenti si dice che non riposano mai: sarebbe meglio per tutti che dormissero un po' di più!
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