Il Consiglio Permanente della Conferenza episcopale italiana ha innalzato a 13,12 euro il valore del “punto” per il calcolo del sostentamento del clero per l’anno 2024. Si tratta della misura base di riferimento per il sostentamento quotidiano dei sacerdoti in rapporto all’anzianità nel ministero e agli incarichi svolti negli ambiti delle strutture ecclesiastiche. Il nuovo valore dell’indice, adottato dal Consiglio nella sessione del 25 settembre scorso, accresce del 2% la misura del “punto” di 12,86 euro valido per le remunerazioni dei sacerdoti nel 2023. L’attuale operazione ha un’incidenza minima rispetto all’aumento del costo della vita registrato negli ultimi anni anche dai sacerdoti, ma interviene a breve distanza dal precedente aumento adottato a novembre 2022, anche questo con un’analoga rivalutazione del 2%. Di fatto, da quando è in atto il sistema italiano di sostentamento del clero, il valore del “punto” è aumentato ogni anno seguendo a distanza il costo della vita, pur con alcune interruzioni inevitabili. Infatti le valutazioni della Cei, con un occhio all’inflazione esterna, tengono conto esclusivamente delle risorse disponibili all’interno di un equilibrio generale del sistema. Le nuove misure di sostentamento spettano ai sacerdoti cittadini italiani ed anche ai sacerdoti stranieri presenti in Italia che svolgano, alla pari di un sacerdote italiano, un servizio pastorale a tempo pieno a favore di una diocesi italiana. L’adeguamento delle remunerazioni dei sacerdoti, italiani e stranieri già inseriti nel sistema, sarà eseguito automaticamente a cura dell’Istituto Centrale che gestisce il sostentamento del clero. Mediamente, un sacerdote italiano inserito nel sistema riceve una remunerazione corrispondente a circa 100 “punti”. Le remunerazioni sacerdotali sono poi soggette alle stesse ritenute fiscali per il lavoro dipendente, alle imposte locali e usufruiscono delle detrazioni di imposta. Per il 2024 l’Istituto Centrale è tenuto a computare l’eventuale pensione Inps del sacerdote diversa da quelle del Fondo Clero, tenendo conto della rivalutazione delle pensioni del 2024. Si prevede però, in ambito governativo, di riconoscere prima di fine anno, il conguaglio che a gennaio deve allineare gli assegni all’inflazione effettiva, finora liquidata con importo provvisorio, con un aumento stimato dello 0,8%.
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