Sessantasette anni di età. Nel pubblico impiego scatta d’ufficio l’uscita dal lavoro. Grazie all’inquadramento a tempo indeterminato tutti i dipendenti, con pochissime eccezioni, possiedono i 20 anni di contributi richiesti per il pensionamento. Contrariamente alle previsioni, il vincolo dell’età è stato un acceleratore di pensioni con pesanti effetti sui bilanci dell’Inps. Ora è allo studio la cancellazione della cessazione automatica dal servizio e quindi la facoltà di restare liberamente al lavoro anche dopo i 67 anni. Quali sarebbero gli effetti per il clero? Trattandosi di pubblico impiego, diretti interessati sono i cappellani presso le strutture sanitarie e presso alcuni servizi di sicurezza iscritti alla Cassa Stato o alla Cassa Enti locali (i cappellani delle carceri contribuiscono invece a Inps-gestione privati). Ai cappellani si aggiungono i docenti di religione, per i quali la facoltà di rinvio oltre l’età si tramuta obbligatoriamente almeno in un altro anno intero di insegnamento. Entrambe le categorie avrebbero quindi un periodo (o un anno) in più di servizio, molto utile per la buonuscita, insieme alla titolarità della pensione pubblica a 68 anni o più. Questo appena prima della decorrenza della pensione del Fondo Clero stabilita dall’Inps a 69 anni. Con la riscossione contemporanea di due pensioni (Stato e Clero) scatta poi automaticamente la riduzione di un terzo della pensione del Fondo Clero. Una trattenuta anticostituzionale che attende ancora di percorrere l’intero iter amministrativo e giurisdizionale per essere abrogata o corretta. In realtà anche la pensione del Fondo Clero dovrebbe decorrere dal compimento dei 68 anni, essendo così stabilito per i ministri culto sin dal 2003. Ma con un eccesso di interpretazione l’Inps l’ha aumentato di un anno, a 69 di età, a titolo di maggiore “speranza di vita” come applicata per i lavoratori dipendenti. Questo determina poi l’inutilità della decorrenza “differita”, prevista dal Fondo clero per i sacerdoti che ritardano di un anno intero il pensionamento di vecchiaia, in pratica dopo i 70 anni.
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