Il già vasto parterre di detective in tonaca si è arricchito il venerdì in prima serata su Sky Investigation di un nuovo personaggio: la suora protagonista della serie televisiva britannica creata da Jude Tindall, Le indagini di Sister Boniface (Sister Boniface mysteries), spin-off, come suol dirsi (ovvero derivazione), di Padre Brown, la ben più popolare serie conterranea ispirata ai romanzi di Chesterton e ambientata nel 1950 nell’immaginario villaggio di Kembleford dove il parroco della chiesa cattolica di St. Mary, oltre ai vari impegni religiosi, trova il tempo per coltivare la sua passione per l’enigmistica e i gialli d’autore, ma soprattutto, grazie al suo intuito, risolve i casi di delitto e i misteri che sconvolgono la comunità locale. Anche Sorella Boniface, che è stata introdotta da uno degli episodi di Padre Brown («Omicidio al convento»), ha un grande intuito per risolvere i casi di omicidio. E non lo fa per hobby come molti omologhi, bensì in veste ufficiale come consulente scientifica della polizia di un altrettanto immaginaria cittadina nel cuore dell’Inghilterra e degli anni Sessanta. Con alle spalle un dottorato di ricerca in scienze forensi, l’intraprendente e spericolata suora cattolica (interpretata da Lorna Watson), che viaggia in Vespa sidecar, conta, come dice lei, tre carriere se si considera la produzione vinicola che va ad aggiungersi alla professione religiosa e all’attività investigativa a fianco dell’ispettore Sam Gillespie (Max Brown) e del sergente Felix Livingstone (Jerry Iwu). Divisa in dieci episodi di circa 45 minuti ciascuno, questa comedy poliziesca prodotta dalla Bbc, diretta da Ian Barber e Merlyn Rice, si caratterizza inevitabilmente per l’ironia british, per quell’umorismo inglese che non fa ridere, ma sorridere, con personaggi surreali, ma anche di grande umanità.
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