Circa la metà degli edifici di culto pesantemente danneggiati o inagibili, la disgrazia del parroco di Rovereto di Novi e, martedì scorso, la visita del Papa alle popolazioni terremotate. A quaranta giorni dall'inizio del sisma dell'Emilia, la presenza della Chiesa nei territori devastati appare sempre più sensibile ed evidente. È dunque molto difficile per gli estensori dei recenti decreti ministeriali, sulla sospensione degli obblighi contributivi a favore dei cittadini e delle aziende colpite, giustificare l'assenza di ogni riferimento ai ministri di culto della Chiesa cattolica e delle altre confessioni religiose.Si tratta, in particolare, del decreto legge n.74 del 6 giugno 2012 che ha disposto la sospensione per i diversi settori del lavoro e dell'economia degli adempimenti contributivi e del versamento dei «contributi correnti» dal 20 maggio al 30 settembre 2012. Sia il decreto ministeriale sia la circolare esplicativa dell'Inps n.85 del 15 giugno riportano analiticamente le categorie dei beneficiari assicurati presso l'Istituto di previdenza (i datori di lavoro privati, compreso il settore agricolo e il lavoro domestico, gli artigiani, i commercianti, gli agricoli autonomi, i committenti e i liberi professionisti senza cassa di previdenza) e che risiedono nei territori delle province di Bologna, Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia e Rovigo. Nessun riferimento, invece, agli assicurati al Fondo di previdenza del clero che sono stati colpiti dal terremoto, alla pari degli altri assicurati della previdenza Inps. Lo stesso Istituto, «voce» istituzionale del Fondo clero, non risulta essersi adoperato né prima né dopo per evitare questa pesante omissione. Diversi sacerdoti cattolici e ministri di altre confessioni - in quanto non inseriti nel rispettivo sistema di sostentamento - sono chiamati ad effettuare direttamente il versamento dei contributi per la propria pensione alle scadenze del 31 maggio, del 31 luglio e del 30 settembre.La mancata previsione di ogni rinvio dei pagamenti (mentre già si parla di una ulteriore proroga del 30 settembre) aggiunge per gli interessati la beffa di dover pagare anche interessi e sanzioni nella eventualità di non poter rispettare le scadenze a motivo del sisma.Contributi volontari. Ulteriore falla del decreto è l'esclusione - intenzionale, in questo caso - dalla sospensione dei pagamenti per gli stessi soggetti beneficiari del provvedimento ma che versano i contributi a titolo volontario. L'esclusione è palesemente contro la legge (Dpr n. 1432/1971, art. 9) e non tiene conto che, essendo versamenti volontari ma col rispetto di due scadenze, aggiunge ulteriori difficoltà agli interessati. Nel Fondo clero sono presenti diversi iscritti che versano a titolo volontario.Prescrizione. Insieme ai pagamenti è sospesa la prescrizione a favore di chi esercita una «funzione». Questo termine potrebbe adottarsi al clero, a patto che anche le altre parti del decreto fossero concordanti.
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