Per contenere 100mila spettatori non bastano gli stadi di calcio più grandi del mondo, come il Camp Nou di Barcellona o quello di Wembley a Londra. In anni meno severi quanto a comfort e sicurezza Adriano Celentano, parlando di quello di San Siro, aveva fatto della sua capienza di allora il titolo di una canzone d'amore. Invece al Modena Park 2017, concerto celebrativo dei 40 anni di carriera di Vasco Rossi, i presenti erano 225mila: record di spettatori paganti. Sono molti o sono pochi i 100mila ragazze e ragazzi che hanno risposto per intero al questionario messo online dalla Santa Sede a metà del 2017 e rimasto aperto per sei mesi? Sono pochi se, partite e rockstar a parte, penso che i partecipanti alle Gmg spesso sono stati almeno dieci volte tanto. Sono molti, se considero che per arrivare ad aprire l'ultima pagina del questionario ci volevano tempo e disponibilità senza avere in cambio nessuna delle avventure, spirituali e non, che i viaggi verso le Gmg promettono. Percorrendo l'intero questionario, al momento della sua uscita, mi sembrò che il suo obiettivo fosse quello di «creare confidenza tra Sinodo e giovani». Immagino che con quei 100mila l'obiettivo sia stato conseguito, e si capisce l'ottimismo con il quale il cardinal Baldisseri, riferendo qualche dettaglio quantitativo (già riportato ieri da “Avvenire”), ha valutato «questa iniziativa informatica»: la considera «un'esperienza vincente che permette di poterla utilizzare con modalità differenti – conservata la confidenzialità – anche nei prossimi lavori sinodali». Tra gli indirizzi della riforma del Sinodo dei vescovi che la recentissima costituzione apostolica Episcopalis communio ha indicato c'è una maggiore centralità della fase preparatoria, lungo la quale dare maggiormente voce a tutto il popolo di Dio. Mi piace che la Rete sia vista in ciò come una risorsa.
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